Auschwitz, lavoratore italiano minacciato: "No guide straniere"
"La Polonia per i polacchi" e altre scritte sono comparse sul muro della casa di Cracovia dove abita Diego Audero, di Cuneo, in Polonia da undici anni
"Auschwitz per le guide polacche".
E poi una stella di David equiparata a una svastica nazista e la frase: "La Polonia per i polacchi". Sono le scritte apparse sul muro della casa di Cracovia di Diego Audero, 35 anni, di Cuneo, che lavora in Polonia da undici anni come guida turistica. Due giorni prima dell'apparizione delle scritte la responsabile dell'educazione della regione aveva affermato che trovava scandalosa la presenza di guide straniere.
Poche settimane fa Audero aveva allestito e curato la mostra sugli
internati militari italiani nei lager tedeschi in Polonia nel
periodo 1943-1945, ospitata dall'Istituto italiano di cultura di
Cracovia e da lunedì in quello di Varsavia. L'attacco nei suoi confronti è un atto isolato di
un esaltato? Un'intimidazione mirata o un'espressione del clima
di intolleranza? Sarà compito della polizia e della magistratura
polacche appurarlo, ma l'episodio non contribuisce certo a
stemperare il clima di sospetto sul sentimento degli
ultranazionalisti che tanto allarma l'Europa e che ha fatto
della Polonia un "osservato speciale". Probabilmente l'utilizzo
della stella di David con la croce uncinata può ricollegarsi al
volume-guida che lo stesso Audero ha realizzato nel 2017, "Verso
lo sterminio - Breve storia degli ebrei di Cracovia 1939-1945",
con percorsi di visita nel Ghetto e a Plaszow.
"Mi sento ferito e triste per l'accaduto - commenta Audero -
perché la Polonia io la considero come casa mia. Mi ritengo
totalmente integrato nella società e a Cracovia sto benissimo.
Da circa un anno ho però avvertito che frange dell'ambiente sono
diventate ostili verso gli stranieri, ma io non riesco a
sentirmi tale".
Come ha reagito il Museo di Auschwitz dopo
l'apparizione delle scritte? "Voglio ringraziare la direzione
che è prontamente intervenuta in mia difesa, ma anche tutti i
miei amici e colleghi che mi hanno dimostrato la loro vicinanza
e la loro solidarietà per quanto accaduto".
E infatti il portavoce del Museo di Auschwitz, Bartosz
Bartyzel, non ha nascosto che l'episodio ha destato
preoccupazione a tutti i livelli: "Diego collabora con noi come
educatore da molti anni, è una guida molto preparata che ha
superato tutti gli esami e i corsi di formazione. Non possiamo
che sottolineare come Auschwitz dovrebbe essere un luogo di
tolleranza e non di discriminazione".
Appena due giorni prima dell'apparizione delle scritte
sull'abitazione di Audero, la responsabile dell'educazione della
regione di Malopolska, Barbara Nowak, aveva scritto su Twitter
che trovava scandalosa la presenza di guide straniere e che a
suo dire il Museo dovrebbe avvalersi solo di guide polacche
"affinché rappresentino il punto di vista reale della storia e
proteggano l'integrità della Polonia". E aveva aggiunto che "la
Polonia ha la responsabilità di scrivere la propria storia e di
difenderla dalle falsità dei comunisti occidentali". Non è un
segreto che il direttore del Museo, Piotr Cywinski, sia da tempo
nel mirino degli ultranazionalisti, e che sia aspramente
criticato dalle colonne di Gazeta Polska.