La Russia cerca di chiudere i conti con il passato, più o meno glorioso, dellUnione Sovietica. Come? Prima di tutto mandando in pensione tutta la retorica e la simbologia di regime tra cui la salma imbalsamata del padre della patria, Vladimir Il'ic Lenin. E per riuscirci Il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, ha proposto una votazione online per stabilire se seppellire Vladimir Lenin nella tomba di famiglia a San Pietroburgo o lasciarlo dovè, nel mausoleo in Piazza Rossa lungo le mura del Cremlino.
Quasi 250.000 russi hanno votato il sondaggio lanciato da Russia Unita sulla rimozione della salma di Lenin, e per ora l'idea dello sfratto del padre della Rivoluzione d'Ottobre raccoglie un 70% di opinioni favorevoli. La settimana scorsa un deputato di Russia Unita, Vladimir Medinsky, aveva rilanciato l'idea della sepoltura dei resti di Lenin, scatenando un nuovo dibattito che vedeva il Partito Comunista e altri movimenti di sinistra strenuamente contrari. Così si è scelto di lanciare il sondaggio on line su un sito ad hoc: goodbyelenin.ru. L'opzione addio Lenin sta ottenendo al momento 69,61% di sì, mentre un 30,39% di votanti nostalgici vorrebbe che Lenin possa continuare a riposare sulla Piazza Rossa.
Dal crollo dell'Urss, la polemica sulle sorti della mummia di Lenin è ormai un appuntamento fisso in Russia ogni 21 gennaio, anniversario della morte del leader della Rivoluzione dOttobre. Sebbene sia ormai diventata principalmente unattrazione per turisti, prima del crollo dellUnione Sovietica la mummia di Lenin fu oggetto di un vero e proprio culto del corpo. Subito dopo la morte nel 1924, la salma fu trasferita da Gorkij, a Mosca, dove ricevette l'ultimo saluto dalla folla che sfidò il gelido inverno russo per l'ultimo omaggio al capo della Rivoluzione. All'inizio si pensò di congelare il corpo, ma il rapido deteriorarsi nell'attesa che venisse costruita un'apposita camera refrigerata ne rese necessaria l'imbalsamazione. Neppure i ripetuti appelli della vedova di rispettare le ultime volontà del marito, servirono a far cambiare idea a Stalin. Venne così contattato lanatomista ucraino Vladimir Vorobiov e il dottor Boris Zbarsky, a capo di un gruppo di medici, utilizzarono una tecnica che non è stata ancora completamente svelata. Da più di ottant'anni la salma viene fatta oggetto di trattamenti periodici e attenzioni costanti affinché conservi sempre un aspetto "da vivente": oltre ad essere ispezionata settimanalmente per rivelare eventuali tracce di muffa o fenomeni degenerativi, ogni anno e mezzo viene immersa per trenta giorni in un bagno di glicerolo e acetato di potassio.
La stessa équipe si occupò nel 1953 dell'imbalsamazione della salma di Stalin, che per otto anni condivise il mausoleo con Lenin. Poi, a seguito delle mutate condizioni politiche, questa venne sepolta sotto le mura del Cremlino.