"Stop a vergognose strumentalizzazioni"
Il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, si è dimesso. La decisione arriva dopo le polemiche per i disordini scoppiati a Bengasi durante una manifestazione di protesta contro l'Italia per la sua maglietta con una vignetta su Maometto. "Non intendo consentire la vergognosa strumentalizzazione contro me e la Lega anche da esponenti della maggioranza", ha detto. Sull'Islam: "E' un vero e proprio attacco all'Occidente".
"Per questi motivi ho rimesso il mio mandato di ministro delle Riforme Istituzionali nelle mani del presidente Berlusconi, per senso di responsabilità e non certo perché sollecitato da maggioranza e opposizione", ha poi ribadito lo stesso Calderoli.
"Nelle ultime settimane - così comincia la dichiarazione scritta cui si è affidato dopo il vertice con Bossi e Maroni - abbiamo assistito a manifestazioni di inaudita violenza in molti Paesi musulmani contro sedi di rappresentanza di Paesi occidentali (Danimarca, Inghilterra, Norvegia, Usa, ecc.) culminati con l'uccisione del sacerdote e il massacro di suore e civili, colpevoli solo di professare una religione diversa dall'Islam".
"Questo vero e proprio attacco all'Occidente - prosegue Calderoli - mi preoccupa molto e dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno responsabilità di governare il pacifico vivere tra culture diverse. Nei giorni scorsi ho espresso a modo mio la solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dalla cieca violenza del fanatismo religioso e per questo io e la Lega Nord siamo finiti sul banco degli imputati".
"Ma non è mai stata mia intenzione - aggiunge il responsabile delle segreterie nazionali leghiste - quella di offendere la religione musulmana né di essere di pretesto alla violenza di venerdì. Non intendo consentire ulteriormente la vergognosa strumentalizzazione che in queste ore viene fatta contro di me e contro la Lega Nord anche (purtroppo) da esponenti della maggioranza: per questi motivi ho rimesso il mio mandato di ministro delle Riforme costituzionali nelle mani del presidente Berlusconi, per senso di responsabilita' e non certo perche' sollecitato da maggioranza e opposizione".
"Non intendo tuttavia - spiega Calderoli - rinunciare alla battaglia per affermare i valori in cui credo, quelli che mi hanno tramandato i miei genitori e i miei nonni, vale a dire gli insegnamenti della religione cristiana e di essere un uomo libero".
"Nonostante le minacce di morte che mi sono arrivate in questi giorni continuerò a lottare per i valori in cui credo - conclude Calderoli - e chiedo che il programma della Cdl ponga al primo punto il riconoscimento delle radici cristiane della millenaria storia dell' Europa, che devono prevalere su ogni forma di interesse economico che non tenga presenti i diritti e la libertà dei popoli".
Berlusconi: "Spero nessuna ritorsione"
Silvio Berlusconi spera che le dimissioni di Roberto Calderoli servano a calmare le acque in ambito internazionale. "Speriamo di aver evitato ritorsioni contro le nostre imprese e contro militari italiani in missioni all'estero", ha detto il premier. "Gli scontri di Bangasi sono stati provocati da un atto di leggerezza del nostro ministro", ha poi aggiunto Berlusconi puntando il dito contro l'esponente della Lega.
Castelli: "Non è una resa"
Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha voluto comunque fare alcune precisazioni sulle dimissioni di Roberto Calderoli. "Devono essere lette come un atto di grande responsabilità e non certo come segno di resa", ha spiegato. Secondo lo stesso Castelli, "gli ideali di libertà e i valori in cui la Lega crede debbano essere difesi proprio oggi in maniera ancora più ferma contro i violenti e contro i facinorosi".