"Una sparatoria è avvenuta presso l'aeroporto di Kinshasa", racconta Enrico, il padre italiano bloccato con altre 23 famiglie e i piccoli da adottare nel Paese africano. Negli scontri uccisi 103 ribelli
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"Siamo in pericolo". Così recita una mail all'Ansa scritta da Enrico, il padre italiano bloccato con altre 23 famiglie in Congo, dove si trovano da un mese e mezzo per riportare in Italia i loro bambini adottati. Una violenta sparatoria ha seminato il panico all'aeroporto internazionale di Kinshasa e in un campo militare della capitale della Repubblica democratica del Congo.
"I ribelli - scrive ancora Enrico - hanno occupato la tv di Stato di Kinshasa prendendo ostaggi. Ci sono stati spari all'aeroporto che è chiuso. Noi temiamo - è detto ancora nella email - per l'incolumità nostra e dei nostri figli. Non siamo noi direttamente in pericolo perché stiamo in periferia ma la situazione in città non ci lascia tranquilli. Vi prego di aiutarci a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per farci tornare a casa".
Letta: "Velocizzazione per casi italiani" - Il premier Enrico Letta, esprimendo la sua vicinanza alle 24 famiglie italiane bloccate in Congo con i bambini che vogliono adottare, ha affermato che il governo di Kinshasa ha assunto l'impegno di velocizzare le pratiche relative al nostro Paese, disponendo che i casi italiani siano verificati per primi. Una missione di funzionari della Repubblica Democratica del Congo è attesa a Roma, a breve, per avviare le verifiche, che richiederanno inevitabilmente qualche tempo", ha specificato Palazzo Chigi in una nota.
Le autorità congolesi si sono inoltre impegnate a consentire alle famiglie che, nell'attesa, decideranno di rientrare in Italia, di stabilire presso quale struttura in Congo potranno essere ospitati i propri figli. Da parte italiana si stanno approntando misure ulteriori di assistenza in loco ai genitori e ai figli, anche attraverso un rafforzamento dell'ambasciata.
Farnesina: rimanete in casa - L'Unità di crisi della Farnesina ha invitato gli italiani nel Congo, tra cui le famiglie adottive, a rimanere nei loro alloggi. Lo riferiscono fonti del ministero degli Esteri.
Coppia di italiani: "Stop fino a settembre" - "Ci hanno comunicato che le adozioni sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014". Lo hanno riferito Michela Gentili e Andrea Minocchi, coppia di italiani bloccata in Congo in attesa di adottare un bimbo di 2 anni. "Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini", hanno detto in una telefonata da Kinshasa ai parenti a Macerata.
Oltre cento i ribelli uccisi - Il bilancio degli scontri nel Paese è di 103 morti: i ribelli sono stati uccisi a Kinshasa e a Lubumbashi. Nella sola capitale si contano una "cinquantina di vittime", ha precisato il portavoce del governo della Rdc, Lambert Mende, aggiungendo che nei "combattimenti hanno perso la vita anche tre militari".
Gli uomini armati che hanno preso momentaneamente il controllo della tv pubblica, tenendo in ostaggio diversi giornalisti, hanno letto in video - prima di interrompere le trasmissioni - un messaggio apparentemente rivolto al presidente della Repubblica democratica del Congo, Joseph Kabila. "Gideon Mukungubila è venuto a liberarti dalla schiavitù dei rwandesi", diceva il messaggio ascoltato dall'agenzia di stampa Reuters. Nel 1997 forze rwandesi aiutarono il padre di Kabila, Laurent, a rovesciare il dittatore Mobutu Sese Seko. Successivamente le forze governative hanno ripreso il controllo dell'edificio. Lo rende noto il portavoce del governo, specificando che la situazione nella Capitale è "sotto controllo".
Ambasciatore Congo a Roma: "Situazione calma" - "La situazione a Kinshasa è molto calma e sotto controllo. Non dovete avere nessuna preoccupazione". Lo ha sottolineato l'ambasciatore in Italia, Albert Tshiseleka Felha, rivolgendosi alla ministro degli Esteri Emma Bonino nel corso dell'iniziativa Italia-Africa.