STUDENTI ESPATRIATI

Francia: in piazza per la rom espulsa

Studenti protestano contro l'espulsione della 15enne kosovara Leonarda, prelevata dalla polizia mentre era in gita scolastica

17 Ott 2013 - 17:04

“A scuola si va senza documenti”: è questo il grido con il quale 6000 francesi sono scesi in piazza per Leonarda Dibrani, la 15enne kosovara che il 9 ottobre scorso è stata rimpatriata nel suo paese mentre era in gita con i suoi compagni di classe della scuola di Pontarlier, nel sud della Francia, dove studiava da tre anni.

Studenti, associazioni e sindacati indignati per le modalità in cui la giovane rom è stata prelevata dalla polizia, sotto gli occhi dei suoi amici e dei suoi insegnanti, come se avesse commesso un gravo crimine, e, invece, il suo reato, di cui non aveva colpa, era di essere senza permesso di soggiorno.

“Mi sono sentita male, mi sono vergognata davanti ai miei amici che hanno iniziato a chiedermi se avessi ucciso qualcuno, se fossi ricercata dalla polizia e io piangevo” - racconta la ragazzina rom, che adesso si trova a Mitroviza insieme alla famiglia, ma qui – confessa – si sente un’estranea: “La mia casa è in Francia, qui non conosco nessuno, non parlo la lingua, ho paura”.

I dibriani sono stati espulsi perché irregolari, un provvedimento difeso dal ministero dell’Interno, Manuel Valls, che difende l’operazione: “Le procedure amministrative sono state rispettate e la legge applicata”. Ma la Francia socialista non ci sta e critica la linea dura del suo ministero e chiede le sue dimissioni.

“Così – sostengono in molti – la sinistra perde la sua anima”. Un’inchiesta verificherà se con Leonarda sono stati commessi errori, ma intanto gli studenti si mobilitano e si sono diretti verso il Ministero per chiedere le dimissioni di Manuel Valls. “Non siamo sicuri che riusciremo ad arrivare proprio davanti al ministero” – dice Brigitte Weiser, militante del “Reseau Education sans frontieres”, una delle prime associazioni che ha protestato contro l'espulsione di Leonarda. Il corteo pacifico viene sorvegliato da un ampio schieramento di polizia. Mentre diversi licei di Parigi sono bloccati da studenti che protestano contro le espulsioni.

Secondo la Vallaud-Belkacem la scuola “deve essere un santuario. Andare a prendere un bambino alle porte della scuola o durante un'attività scolastica – ha detto – non corrisponde al nostro modo di fare”. I licei in agitazione, davanti ai quali gli studenti hanno issato striscioni e accatastato cassonetti dei rifiuti, sono tutti nel centro di Parigi.

“La parola d'ordine è mobilitarsi per il ritorno degli studenti espulsi – ha detto Steven Nassiri, portavoce del sindacato studentesco FIDL - è inammissibile che con un governo di sinistra si debbano mostrare i documenti per entrare a scuola. Tutti hanno diritto all'istruzione”. Oltre al ritorno della kosovara Leonarda, gli studenti manifestano per il rientro di Khatchik Kachatryan, studente del liceo parigino Camille-Jenatzy, espulso sabato scorso in Armenia.

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