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Messico, una serial killer diventa paladina delle operaie stuprate e uccise dagli autisti di bus

Sale sulle corriere e fredda con un solo colpo alla testa gli uomini accusati di abusi sulle donne di Ciutad Juárez, capitale mondiale dei femminicidi

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"Io sono uno strumento che vendicherà le donne, perché secondo la società siamo deboli, ma in realtà siamo coraggiose". In effetti di coraggio ne deve avere molto l'autrice di questo messaggio inviato al quotidiano messicano "La Polaka", una serial killer bionda che agisce a Ciutad Juárez, al confine con gli Stati Uniti, armata di pistola e con un nome di battaglia che è tutto un programma: Diana la vendicatrice di autisti.

La cittadina è tristemente nota come capitale mondiale dei femminicidi: le operaie che lavorano nelle "maquilas", le manifatture, devono attraversare vie poco battute per raggiungere gli stabilimenti che sorgono letteralmente in mezzo al deserto. Per questo sono spesso vittime di stupri assassini. I primi ad approfittare di loro sono gli autisti degli autobus che devono portarle dalle industrie al centro abitato e viceversa.

Come Charles Bronson nel film "Il giustiziere della notte", la killer di Ciutad Juárez preferisce regolare i conti da sola. Nel messaggio recapitato al quotidiano locale ha spiegato così la sua crociata contro i femminicidi: "Le mie compagne e io soffriamo in silenzio ma non possiamo tacere ancora; siamo state vittime di violenza sessuale da parte di autisti che coprivano il turno di notte e, nonostante tante persone sappiano delle nostre sofferenze, nessuno ci difende né fanno niente per noi".

Diverse le apparizioni fatte finora dalla giustiziera bionda e in gonnella scura, le ultime proprio in questi giorni. Mercoledì 28 agosto è salita a bordo di una corriera pubblica con una pistola in mano e ha freddato il conducente con un solo colpo alla testa. Il giorno successivo la stessa donna ha ripetuto l'azione punitiva con le stesse modalità ma in un altro quartiere.