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Attacchi hacker in Usa, la Cina si discolpa

Il ministro della Difesa di Pechino afferma che le accuse di aver sostenuto cyber assalti attraverso una cellula segreta dell'esercito sono "infondate"

20 Feb 2013 - 08:17
 © Ap/Lapresse

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Le accuse, rivolte dagli Usa alla Cina, di aver sostenuto attacchi hacker attraverso una cellula segreta dell'esercito, sono, secondo il ministero della Difesa di Pechino, infondate e non attendibili. Il portavoce del ministero, Geng Yansheng, ha dichiarato che le forze armate cinesi non hanno mai appoggiato alcun attacco informatico, aggiungendo anzi che le leggi cinesi vietano qualsiasi attività che possa violare la sicurezza informatica.

La denuncia contro Pechino è arrivata dalla società americana di sicurezza informatica Mandiant che, in 75 pagine, ha spiegato come i membri dell'Unità 61398 - corpo scelto dell'esercito cinese con sede a Shanghai - abbiano rubato dati e creato problemi ad industrie di ogni genere. Il portavoce del ministero cinese ha puntualizzato che il rapporto di Mandiant è da considerarsi privo di fondamento in quanto conclude che l'attacco informatico è venuto dalla Cina solo attraverso la scoperta del collegamento con indirizzi Ip in Cina.

"Per prima cosa - ha detto Yansheng - è noto a tutti che l'usurpazione degli indirizzi Ip altrui sia un metodo che viene utilizzato per condurre attacchi informatici. Accade ogni giorno. In secondo luogo non vi è stata alcuna definizione chiara e coerente su che cosa si intenda per attacchi informatici. Infine l'attacco cibernetico è transnazionale, anonimo e ingannevole e la sua vera fonte è spesso difficile da identificare".

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