GIUDIZI CONTRASTANTI

Un anno senza Steve Jobs: tra chi ancora lo piange ancora e chi ne vuole sgretolare il mito

Il 5 ottobre del 2011 se ne andava l'uomo che ha contribuito a cambiare le abitudini di milioni di persone. Ma le lodi unanimi di un anno fa ha ceduto il posto a una revisione critica della sua immagine

05 Ott 2012 - 09:45
 © Ap/Lapresse

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Giusto una settimana fa è arrivata in Italia l'ultima creatura della Apple, l'iPhone5, e oggi cade l'anniversario della morte del fondatore dell'azienda di Cupertino. A un anno dalle morte Steve Jobs sembra essere ancora un personaggio chiave nel panorama contemporaneo, sul quale si discute: guru del mondo globalizzato e icona della creatività contemporanea o solo massima espressione del capitale che non produce più posti di lavoro per la classe media?

Forse entrambe le cose insieme. Il mondo sembra non avere ancora deciso come giudicare il fondatore della Apple, ma di certo non riesce a dimenticarlo. Anche perché quello che è sotto gli occhi di tutti è che Jobs è stato l'inventore di oggetti la cui introduzione sul mercato ha imposto nuove tendenze e mode in tutto il mondo e muove capitali in grado di incidere sul prodotto interno lordo di paesi come gli Stati Uniti.

Nei giorni successivi alla sua morte il 5 ottobre dello scorso anno, Steve Jobs è stato pianto pubblicamente da tutti. Migliaia di persone hanno lasciato fiori, candeline e messaggini a Cupertino e di fronte gli Apple store di tutto il mondo, e le personalità pubbliche più disparate fecero a gara per esibire la loro commozione e il loro lutto, a partire da Barack Obama che lo commemorò come l'eroe del sogno americano.

Per non parlare del celebre discorso che aveva pronunciato ad Harvard, un inno alla capacita' di reinventarsi, di seguire i propri sogni e sopravvivere alle proprie malattie, divenne in breve tempo "virale", uno dei piu' cliccati su youtube. Lo slogan "stay hungry, stay foolish" sembrava quasi essere divenuta la ricetta per salvare il mondo dalla crisi e i giovani dalla disoccupazione.

Sono bastati però pochi mesi, qualche biografia e qualche inchiesta giornalistica per fare emergere anche i lati oscuri dell'universo creato da Jobs. Tipo il trattamento dei lavoratori cinesi alla Foxconn, la compagnia che fabbrica componenti per iPad e iPhone, oltre che per i giganti dell'elettronica di tutto il mondo. Più che i dettagli poco edificanti della vita privata e della durezza di Jobs con i collaboratori, è stato questo l'elemento che ha forse gettato più di un ombra sul fondatore della Apple.

E suggellare questo cambiamento di visione della figura di Jobs c'è il commento della rivista "Esquire", proprio a un anno dalla morte. "L'uomo che ha acchiappato il futuro ora rischia di scivolare nella storia come raccontino morale sui prezzo da pagare per essere un genio. Quando era vivo, i suoi fallimenti personali gli venivano perdonati perché i suoi fallimenti personali erano il motore di nuovi prodotti. Quando è morto, e i suoi prodotti non lo sono, i suoi fallimenti personali sono diventati parte della sua eredità. Era considerato insostituibile, ora nessuno vuole prenderne il posto e la sua fama è quella di essere un testa di cavolo immortale".

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