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Unicef: "I bambini vedono uccidere i genitori e da Damasco camminano per 100 Km"

Nel campo profugi in Giordania ci sono 25 mila persone e più della metà sono ragazzini

Ufficio stampa

In Siria il conflitto si inasprisce e i continui bombardamenti spingono sempre più persone a rifugiarsi nei campi profughi. Più della metà sono bambini. Michele Servadei, vice rappresentante Unicef in Giordania, racconta la loro tragica situazione a Tgcom24.

Quante persone arrivano ogni giorno?
"All'inizio la media era duecento, adesso sono dalle mille alle 2mila unità. Ora nel campo ci sono più di 25mila rifugiati. Le Nazioni Unite stanno programmando una revisione di risposta all'emergenza perché alla fine dell'anno saranno 250 mila i profughi in Giordania. Prima i rifugiati erano ospitati dalle famiglie giordane".

Attraversano il confine in modo illegale?
"Sì".

Chi sono?
"Più del 50 per cento sono bambini".

Da dove arrivano?
"La maggior parte arriva da Dar'a (sud della Siria) e ora anche Damasco. E' una testimonianza del peggioramento della situazione".

Da cosa scappano?
"Hanno visto bombardamenti, famigliari uccisi e case distrutte. E' un viaggio molto pericoloso. Quando sparano molto arrivano in meno perché attraversare il confine è pericoloso".

Come fanno ad arrivare?
"A piedi".

Quanta distanza percorrono?
"Da Dar'a, che è vicina, impiegano quaranta minuti a piedi mentre da Damasco sono più di 100 i chilometri da percorrere. A volte, a causa delle sparatorie, aspettano giorni prima di passare il confine con le guide".

In che condizioni arrivano?
"I bambini hanno visto molte brutalità. Lo dimostrano con l'attaccamento immediato agli estranei e con gli incubi. Inoltre fanno giochi piuttosto violenti. Anche se sono più resistenti degli adulti gli effetti si notano. Esistono nel campo spazi per la tutela dell'infanzia dove possono tornare alla normalità: giocare e ricevere assistenza psicologica".

Sono molti i bambini che restano soli?
"Non tantissimi ma esistono bambini che passano il confine da soli. La maggior parte viene accompagnata ma non dai genitori".

C'è chi decide di restare in Siria?
"Pochi hanno deciso di essere rimpatriati per loro scelta. Solitamente sono ragazzini tra i 14 e i 17 anni".

Che cosa raccontano?
"Molti hanno perso un anno di scuola, sono stati rinchiusi in casa a causa dei bombardamenti. Hanno visto i loro genitori rapiti o uccisi".

Sono schierati?
"I giordani fanno uno screening e arrivano solo civili, nessun ex combattente. La maggior parte dei rifugiati sono schierati con i ribelli ma nel campo non ci sono tensioni politiche".

Riuscite ad accoglierli tutti?
"Il campo avrà un massimo di 80 mila persone ma il governo giordano sta identificando altri siti".

In che condizioni è il campo?
"Si trova nel deserto, una zona abbastanza inospitale. Per il momento portiamo 900mila litri di acqua al giorno con i camion ma, è in programma la costruzione di due pozzi per renderlo autosufficiente. Nei nostri piani ci sono anche dei prefabbricati per affrontare l'inverno e mandare i bambini a scuola. I fondi però non bastano mai considerando che ogni studente cosa mille dollari all'anno e i bambini sono 40mila".

I profughi scappano per sempre o anno intenzione di tornare a casa?
"Non so. Al loro ritorno però troveranno una situazione disastrata. La situazione è peggiore di quella irachena. C'è troppa poca attenzione sulla Siria. Il livello di disagio è paragonabile allo tsunami o all'Iraq".
 

LE FOTO DEI BAMBINI SIRIANI FUGGITI ALLE BOMBE