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Il lato debole del potere

Da Clinton a Polansky: resistere è difficile

Ansa

Da Bill Clinton a Roman Polansky, sono tanti gli uomini potenti che hanno rischiato grosso per scandali sessuali.

Storie diverse, con un comune denominatore: l'incapacità di resistere alla tentazione. Il più celebre è stato quello dell'ex presidente Usa che a causa di Monica Lewinsky, stagista alla Casa Bianca, rischiò l'impeachment. Più seria la vicenda del regista Polansky accusato dello stupro di una tredicenne.

Nell'America puritana, poi, il democratico John Edwards - già candidato vicepresidente con John Kerry -  ha dovuto abbandonare la lotta delle primarie per la nomination democratica alla Casa Bianca (quella ottenuta da Barack Obama). Nel suo caso la colpa era l'aver intessuto una relazione extraconiugale con una sua assistente, Rielle Hunter.

La vicenda era aggravata dal fatto che la moglie Elizabeth era già ammalata del tumore che l'avrebbe uccisa nel dicembre 2010. Edwards si ritirò dalla gara nel gennaio 2008: i pessimi risultati che otteneva nelle primarie, infatti, erano influenzati dalle voci sulla sua infedeltà. Il senatore ammise pubblicamente la relazione extraconiugale nell'agosto 2008 e nel gennaio 2010 riconobbe il figlio avuto con l'amante.

Un altro protagonista di scandali sessuali è stato il presidente israeliano, Moshe Katsav, che mentre era ancora in carica fu accusato di stupro da parte di una sottoposta e di molestie da parte di altre donne. Si dimise il primo luglio del 2007. E, nel marzo 2011, in una sentenza senza precedenti, la giustizia israeliana lo ha condannato a sette anni di carcere per due imputazioni: stupro e ostruzione alla giustizia.

Infine, l'attuale presidente sudafricano,Jakob Zuma, eletto nel maggio 2009, è stato processato e poi assolto dall'accusa di stupro di una giovane donna sieropositiva nel 2006. Il leader sudafricano ha ammesso di aver avuto relazioni sessuali con la donna, ma senza averla obbligata.