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Aeroporti, l'Ue pensa a controlli all'entrata come a Tel Aviv

Dopo lʼattentato a Bruxelles il comitato europeo per la sicurezza aerea pensa a nuove misure. Ma non saranno obbligatorie

Si terrà giovedì una riunione del comitato europeo per la sicurezza aerea per discutere di eventuali nuove misure di protezione all'ingresso degli scali dopo l'attentato a Bruxelles.

Lo fanno sapere fonti Ue, secondo cui sul tavolo c'è l'opzione di un modello "stile Tel Aviv", con metal detector all'entrata per bagagli e persone. Si discuteranno i pro e i contro, costi ed efficacia, ed è probabile che si faranno solo raccomandazioni facoltative.

Uno dei due attentati che il 22 marzo hanno colpito al cuore Bruxelles è proprio avvenuto nell'area check-in dell'hub di Zaventem, prima dell'area dei controlli di sicurezza. Da qui la decisione di provare a intervenire.

La proposta e i precedenti - A quanto si apprende, il comitato valuterà l'introduzione di un primo controllo di sicurezza subito all'entrata degli aeroporti, con metal detector e controllo di biglietto e passaporto, come già avviene in Medio Oriente, per esempio in Israele a Tel Aviv o a Beirut in Libano. Lo stesso aeroporto Domodedovo di Mosca, dopo l'attacco simile a quello di Bruxelles avvenuto nel 2011 con un kamikaze che uccise 37 persone nell'area d'ingresso, ha introdotto questo tipo di misure di sicurezza.

I costi e i rischi - Introdurre una simile novità, tuttavia, costerebbe parecchio. Si ipotizzano infatti costi aggiuntivi dell'ordine del 10% senza poi considerare il rischio che un kamikaze possa comunque farsi esplodere tra le persone in fila ai metal detector, soprattutto nei grandi aeroporti con migliaia di persone in affluenza ogni ora.

Da qui l'ipotesi di introdurre "raccomandazioni non vincolanti" che lasceranno l'ultima parola ai singoli Stati.