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Modena: tredicenne subisce molestie giocando ai videogiochi online, quattro indagati

A seguito della denuncia del giovane, le indagini hanno permesso di assicurare alla giustizia due maggiorenni e due minorenni

IGN

Internet ha permesso a milioni di persone di connettersi tra loro anche a distanza di chilometri. Questo enorme vantaggio si è sempre rivelato però un’arma a doppio taglio, specie per bambini e ragazzi, che purtroppo spesso risultano vittime di fenomeni come la pedofilia o il cyberbullismo. Questo il caso di un 13enne di Modena, il quale ha chiesto aiuto alle autorità dopo mesi di molestie subite da un branco giocando ai videogiochi.

La denuncia del giovane era arrivata nel mese di maggio e aveva dato avvio a una serie di indagini. Pare che il ragazzo avesse ricevuto un invito a giocare con i quattro indagati, per poi finire in una spirale di molestie sessuali e bullismo online. La vittima è stata così ascoltata dal giudice durante l’udienza preliminare, mentre l’incidente probatorio richiesto dai magistrati è stato rimandato all’8 settembre per evidente stato di choc del ragazzo, seguito ora dai suoi avvocati e e due psicologi.

 

La sua denuncia ha dato però modo agli inquirenti di arrestare un 26enne, ora agli arresti domiciliari, mentre gli altri tre, un 27enne e due minorenni sono tuttora indagati per molestie. I dispositivi di gioco con i quali i quattro hanno interagito con il ragazzo sono stati messi sotto sequestro come prova dei fatti.

 

La testimonianza del 13enne sottolinea un fattore molto importante nei giochi che includono una componente multiplayer online: spesso si è propensi a inviare richieste di amicizia (oppure ad accettarle) a chiunque, senza conoscere la reale identità di chi si trova dall'altra parte dello schermo e quali siano le sue vere intenzioni.

 

Il giovane modenese ha però avuto il coraggio di fare ciò che non tutti i ragazzi fanno: aprirsi con degli adulti, esporre la situazione e denunciare atti simili alle autorità competenti, anziché chiudersi nel silenzio e subire passivamente molestie come quelle vissute dal ragazzo. Una mossa senza dubbio coraggiosa, che però può fare la differenza e permettere così ad altre persone di intervenire, ponendo fine a comportamenti deplorevoli di chi sfrutta un mezzo nato per intrattenere al solo scopo di ferire gli altri.

 


 

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