FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Gb, antitrust blocca affare Microsoft-Activision: si teme monopolio nel cloud gaming

Nuovo stop per l'acquisizione da 68,7 miliardi di dollari proposto per espandere la scuderia Xbox: l'ente CMA cita i possibili rischi, la casa di Redmond prepara il ricorso

Gb, antitrust blocca affare Microsoft-Activision: si teme monopolio nel cloud gaming - foto 1
Ufficio stampa

È arrivato il verdetto a lungo atteso da Microsoft in merito all'acquisizione del gruppo Activision Blizzard King: l'ente antitrust britannico Competition and Markets Authority ha infatti espresso un parere definitivo, spiazzando tuttavia la casa di Redmond nonostante le recenti aperture e confermando il blocco dell'affare da 68.7 miliardi di dollari.

L'organo del Regno Unito ha citato il rischio di monopolio sul cloud gaming, ma la casa di Redmond non ci sta: pronto il ricorso.

Solo qualche settimana fa, l'ente CMA aveva escluso ogni rischio di monopolio in merito al mercato console, quello più "rischioso" considerate le continue lamentele da parte di Sony sull'argomento: le rassicurazioni da parte di Microsoft, che ha proposto di estendere la disponibilità di tutti i giochi di Activision Blizzard (incluso Call of Duty) sulle piattaforme rivali, a quanto pare, non sono state sufficienti.

 

 

Secondo i responsabili dell'organo antitrust britannico, Microsoft si trova in netto vantaggio nel settore del cloud gaming rispetto alla concorrenza, con un controllo del 60-70% del mercato totale, ed è per questo che l'acquisizione di Activision Blizzard e King rappresenterebbe un rischio: Microsoft avrebbe così un vantaggio enorme rispetto ad altri protagonisti del settore, e l'ingresso dei giochi di Activision e Blizzard Entertainment nel catalogo di Xbox Game Pass, altro nodo cruciale della faccenda, potrebbe rendere il divario incolmabile.

 

L'antitrust teme infatti che Microsoft possa aumentare il prezzo di Xbox Game Pass una volta aggiunti i giochi di Activision Blizzard al suo catalogo, con l'azienda di Redmond che non ha perso tempo e ha rilasciato una dichiarazione firmata da Brad Smith, presidente della società fondata da Bill Gates. "Confermiamo il nostro pieno impegno nell'acquisizione e la volontà di fare ricorso", esordisce Smith. "La decisione dell'antitrust rifiuta un percorso pragmatico per affrontare i problemi di concorrenza e scoraggia l'innovazione tecnologica e gli investimenti nel Regno Unito".

 

 

"Abbiamo già firmato degli accordi per rendere disponibili i giochi più popolari di Activision Blizzard su altri 150 milioni di dispositivi e continuiamo a impegnarci per rafforzare questi contratti attraverso rimedi normativi", prosegue Smith. "Siamo particolarmente delusi dal fatto che, dopo lunghe deliberazioni, questa decisione sembra riflettere una comprensione errata del mercato e dell'effettivo funzionamento del cloud gaming, la tecnologia in questione".

 

Annunciata lo scorso anno e da allora protagonista di una serie infinita di imprevisti, l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft continua a tenere impegnata la casa di Redmond: il blocco da parte dell'ente antitrust britannico potrebbe portare a una sorta di effetto domino da parte degli altri organi internazionali ancora indecisi, come quello europeo e statunitense. Le prossime settimane saranno decisive da parte del colosso americano, che dovrà cercare di convincere l'antitrust per ottenere finalmente il via libera.

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali