analizzati 611 esemplari
Emergenza plastica nel Mediterraneo: metà delle tartarughe ha ingerito rifiuti
Lo rivela una ricerca internazionale, in collaborazione con Ispra, in occasione della Giornata mondiale dellʼAmbiente
Dopo un primo anno di analisi eseguite su 611 tartarughe (187 vive e 424 morte rinvenute in spiagga), emergono dati allarmanti sulla presenza e sulle conseguenze della presenza di plastica nelle acque nel Mar Mediterraneo: il 53% degli esemplari presentava infatti plastica ingerita; tra i rettili morti, il 63% aveva plastica nell'apparato digerente, mentre quelle vive è stata rinvenuta nelle feci nel 31% dei casi.
Sono i dati raccolti e pubblicati da una ricerca internazionale a cui ha collaborato Ispra, il centro studi del ministero dell'Ambiente, in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente (che si celebra ogni anno il 5 giugno).
Il progetto europeo Indicit ha utilizzato le tartarughe marine Caretta caretta per svolgere l'indagine. La specie è largamente diffusa in vari habitat del Mediterraneo e ha la caratteristica di ingerire i rifiuti marini. Nello stomaco di tartarughe spiaggiate in Italia è stato rinvenuto anche l'involucro di uno snack francese, a testimonianza del fatto che gli oggetti di plastica si spostano nelle acque su grandi distanze per mezzo delle correnti marine.
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