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Tim, l'allarme di Landini: "A rischio un'azienda strategica" | Cresce l'attesa in vista del cda straordinario

Il segretario generale della Cgil: "Lo abbiamo detto sin dall'inizio che è una scelta sbagliata la separazione e la vendita della rete. E' una follia". Domenica il cda straordinario

Telecomunicazioni, tutti i numeri della rete Tim

La vicenda Tim "ci preoccupa".

Lo afferma Maurizio Landini, che aggiunge: "Lo abbiamo detto sin dall'inizio che è una scelta sbagliata la separazione e la vendita della rete. Fare lo spezzatino dell'azienda è una follia. E' esattamente il contrario di quello che serve", sottolinea il segretario generale della Cgil. "Lo abbiamo sempre detto e non ci stanno ascoltando. Così si rischia di mettere in discussione un'azienda fondamentale per il nostro Paese e il governo continua a fare orecchie da mercante".

Telecomunicazioni, tutti i numeri della rete Tim

Tim corre ai ripari: domenica cda straordinario

 Tim ha convocato un cda straordinario per domenica mattina: l'ad Pietro Labriola vuole dare un'informativa ai consiglieri su quanto accaduto in Borsa in occasione del Capital Market Day e, in vista del roadshow, riallinearsi. In parallelo la società potrebbe valutare di integrare le informazioni fornite al mercato in occasione della presentazione del piano industriale 2024-2026.

 

Le vendite sul titolo a Piazza Affari intanto si sono fermate e sono tornati gli acquisti ma un vero e proprio rimbalzo (dopo una perdita di quasi il 24%) non c'è stato: il titolo venerdì ha chiuso in rialzo dal 4,8% a 0,22 euro e la Consob, nell'ambito della sua attività di vigilanza, sta cercando di capire se dietro il boom di scambi (12 volte la media giornaliera) ci siano state 'mani forti'. 

 

Il primo osservato speciale è Vivendi che, dopo la svalutazione del 2022, ha la sua quota in carico a fair value a 0,2163 euro per azione ma, anche se su un possibile disimpegno circolano rumors da mesi, non sembrano ricondursi a Parigi gli ordini in vendita. Il maggiore azionista di Tim, ne detiene il 23,7%, ha fatto sapere che il nuovo piano "nella forma e la sostanza, non ha il nostro sostegno", aprendo un nuovo fronte di scontro in vista dell'assemblea.

 

I francesi sostengono che la decisione presa dal cda il 5 novembre sulla vendita di Netco sia "illegittima" e hanno fatto ricorso in Tribunale per chiederne l'annullamento. Avevano proposto come data di prima udienza il 22 aprile, proprio alla vigilia dell'assemblea, ma il Tribunale di Milano l'ha procrastinata al 21 maggio. Appare scontato il loro voto contrario, alla riunione dei soci, ai nomi proposti dal cda per il rinnovo del board mentre ci si interroga su un'eventuale lista di minoranza dei francesi. L'operazione però va avanti, Tim ha confermato le tempistiche del closing e lo ha ribadito anche il Canada Pension Plan Investment Board, salito a bordo di Optics BidCo, il gruppo di investitori che affianca Kkr nell'acquisizione di NetCo. Cpp si è impegnata ad acquisire una partecipazione del 17,5% in NetCo, per un controvalore pari a fino 2 miliardi di euro.

 

Ora Labriola deve ritrovare la fiducia del mercato, assicurandosi così in assemblea il consenso degli investitori istituzionali, per questo insieme alla sua prima linea stanno analizzando cosa è andato storto. "Ora è chiaramente il momento della responsabilità - coglie l'occasione per rimarcare la Slc Cgil -. Ci aspettiamo la massima chiarezza da parte dell'azienda sulle tematiche della tutela del perimetro occupazionale. Ma ci aspettiamo anche un maggior coinvolgimento del governo, che ha deciso lo spezzatino di Tim".

 

Gli analisti intanto rifanno i conti. L'elemento negativo "è legato agli oneri finanziari che rimangono alti nel piano anche nel 2026 (stimiamo 700 milioni) per la complessità di ottimizzare la nuova struttura di capitale (e pensiamo per una certa prudenza)" spiega Equita. Qualche dubbio, anche se non viene ritenuto impossibile, viene espresso sul profilo di crescita dell'Ebitda domestico: "Piuttosto aggressivo a nostro avviso, anche se molto legato a controllo costi e a crescita di Enterprise, e su capex in leggera crescita e che possono offrire flessibilità per garantire il raggiungimento del target". Gli analisti riconoscono anche qualche elemento positivo: "Il maggior Ebitda domestico 2024 (1,9 miliardi rispetto ai loro calcoli che li portavano a considerare 1,7 miliardi, ndr) in parte compensa il maggior debito" e "per quanto la generazione di cassa al 2026 sia minore delle attese, la nuova struttura di capitale del gruppo è molto più solida del passato e quindi oggi il tema sul titolo è prettamente valutativo e non di tenuta della struttura finanziaria".

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