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Stop a licenziamenti su WhatsApp e Teams, arriva la stretta del governo

Le nuove norme impongono al datore di lavoro che voglia chiudere una sua sede o o un reparto di dare comunicazione scritta a sindacati, Regionii e ministero almeno 90 giorni prima dell'avvio della procedura

Stop ai licenziamenti su WhatsApp e Teams e scatta l'obbligo di comunicare con le istituzioni o i sindacati. Sono alcuni dei punti centrali della nuova stretta alle delocalizzazioni al vaglio del governo, che pensa a un decreto ad hoc o a percorrere la via dell'emendamento alla Manovra.

Le nuove norme puntano a evitare che le aziende chiudano per delocalizzare le produzioni senza avere prima trovato delle soluzioni per i lavoratori.

Dunque, secondo quanto riporta La Stampa,  al fine di garantire la salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo le nuove norme impongono al datore di lavoro che voglia chiudere una sua sede, uno stabilimento, una filiale, un ufficio o un reparto autonomo situato sul territorio nazionale, di dare comunicazione scritta a sindacati e Regioni interessate, ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo e all'Anpal almeno 90 giorni prima dell'avvio della procedura, indicando le ragioni economiche,finanziarie, tecniche o organizzative della chiusura e quindi il numero ed i profili professionali delle persone interessate. Una misura chiesta a gran voce soprattutto da M5s e Pd dopo il recente licenziamento "selvaggio" della Caterpillar di Jesi che ha annunciato di mandare a casa oltre 260 lavoratori durante un incontro con i sindacati.

 

Le misure sono previste anche per regolamentare i licenziamenti individuali, dopo i casi di dipendenti lasciati a casa tramite un messaggio su WhatsApp, una mail oppure una comunicazione su Teams . Questi, come quelli collettivi, se effettuati in assenza di comunicazione o prima del termine dei 90 giorni "sono nulli". Oltre a questo entro 60 giorni dalla prima comunicazione ogni azienda dovrà elaborare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche legate chiusura e presentarlo a sindacati, Regioni,ministeri e Anpal e dovrà indicare gli interventi per la gestione non traumatica degli esuberi (ricorso ad ammortizzatori sociali,ricollocazione presso altri datori di lavoro e incentivi all'esodo). 

 

Le sanzioni a carico delle imprese inadempienti, su cui nei mesi scorsi si era già arenato il pacchetto antidelocalizzazioni, restano ancora tutte da definire.

 

 

 

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