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Manovra da 25 miliardi, verso stretta anti-furbetti sul reddito di cittadinanza | Pensioni, non c'è intesa su "quota 102"

La riduzione delle tasse potrebbe concentrarsi solo sull'Irpef, senza arrivare a cancellare l'Irap. Potrebbe calare al 4% la "tampon tax", l'Iva sugli assorbenti

palazzo chigi generica cdm
IPA

Una stretta anti-furbetti sul reddito di cittadinanza, nuovi meccanismi per l'uscita anticipata per le pensioni e una prima riduzione delle tasse (che potrebbe concentrarsi solo sull'Irpef, con una forchetta tra 6 e 10 miliardi, senza arrivare a cancellare l'Irap): tocca nervi scoperti di tutti i partiti la Manovra da 25 miliardi che il governo si appresta a presentare a Bruxelles con il via libera al Documento programmatico di bilancio.

Le risorse quest'anno ci sono, si potrebbe arrivare complessivamente a 25 miliardi di euro, ma proporzionalmente aumentano i desiderata della maggioranza, e dei ministeri. Il lavoro è frenetico: tutti i Paesi dell'Eurozona, tranne l'Italia, hanno già inviato il loro Dpb alla Commissione, indicando l'ossatura della legge di Bilancio che intendono adottare. La scadenza del 15 ottobre è flessibile ma il tempo scorre e il premier Mario Draghi non vuole presentarsi al Consiglio europeo senza avere approntato il Draft della Manovra.

 

Per la legge di Bilancio vera e propria, come di consueto, ci dovrebbe volere più tempo anche perché le norme cambieranno fino all'ultimo, a seconda delle intese politiche raggiunte. Il ministro Daniele Franco per tutto il giorno incontra le delegazioni dei partiti insieme allo staff di Palazzo Chigi, a ciascuno chiede di elencare le priorità, con ciascuno parla strettamente dei temi specifici, cari a quella forza politica.

 

Le note più dolenti restano il reddito di cittadinanza e "quota 100". Una delle proposte di mediazione dell'ultima ora sarebbe quella di "quota 102", transitoria per due anni, per gestire il "dopo quota 100" evitando di tornare di colpo allo scalone della legge Fornero. Ma quest'idea da un lato non sembra piacere alla Lega, che si dice contraria alla misura e chiede ancor più flessibilità, dall'altro non sembra convincere del tutto il centrosinistra, che vorrebbe un meccanismo più selettivo di sostegno a chi svolga lavori usuranti e alle donne, con Italia viva che chiede di non destinare alle pensioni una parte 'sproporzionata' della manovra, puntando invece sul taglio delle tasse.

 

Anche altre opzioni sono state esplorate, compreso l'Ape contributivo, come è stata ribattezzata la proposta del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, di consentire l'uscita anticipata da 63-64 anni con una penalizzazione dell'assegno fino al raggiungimento dei 67 anni. E sul tavolo resterebbero l'ampliamento a nuove categorie dell'Ape social, la proroga di "opzione donn"a e anche l'eventuale ampliamento del contratto di espansione. In ballo sul fronte della previdenza resta anche la questione dell'adeguamento degli assegni in essere all'inflazione.

 

Anche sul reddito di cittadinanza si starebbe cercando un'intesa che potrebbe passare per una stretta anti-furbetti, mantenendo però l'impianto della misura (e il finanziamento, già previsto a bilancio, di oltre 7 miliardi): i controlli diventerebbero anche preventivi, attraverso l'incrocio delle banche dati, e si introdurrebbe un meccanismo di decalage dell'assegno a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari "occupabili", circa un terzo dei percettori dell'assegno.

 

La revisione del reddito di cittadinanza si accompagnerebbe alla riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, con un percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, di Naspi o di altri ammortizzatori. La composizione delle cifre a disposizione per i singoli capitoli ancora va limata ma per la sanità ci sarebbero 2 miliardi in più e più fondi arriverebbero anche per la riforma delle carriere nella P.a. e il superamento del tetto al salario accessorio.

 

In base a come verrà composto il puzzle si capirà anche il budget a disposizione per il taglio del cuneo fiscale: si andrebbe da un minimo di 6 miliardi (i due già a bilancio e i 4,3 frutto dei maggiori incassi da lotta all'evasione certificati come strutturali) fino ai 10 miliardi, con un intervento di riduzione dell'Irpef per il quale si starebbe ancora valutando il meccanismo.

 

Sul tavolo anche l'ipotesi di cancellare il Cuaf, il contributo che pagano i datori di lavoro per gli assegni familiari, in vista dell'entrata al regime dell'assegno unico. Sarebbe invece esclusa, almeno per il momento, l'abolizione dell'Irap. Potrebbe invece calare la "tampon tax", l'Iva sugli assorbenti. L'Iva è attualmente al 22%, ma potrebbe scendere al 4%, come già accade soltanto per i prodotti biodegradabili.

 

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