In tre anni è aumentata del 400%
Con il caldo arrivano anche i maxirincari per uno dei frutti più rinfrescanti dell'estate, l'anguria. Che, se all'ingrosso ha risentito negli ultimi anni dei consueti, contenuti ritocchi, al dettaglio ha visto i numeri scritti sui cartellini elevarsi alla grande. Secondo quanto riscontrato dalla Confederazione italiana agricoltori, il frutto tradizionalmente più a buon mercato della bella stagione è rincarato del 400% in tre anni.
Un fenomeno, fanno rilevare alla Cia, prevalentemente riscontrabile alla vendita al dettaglio, perchè di fatto le richieste degli agricoltori, negli ultimi tre anni, sono rimaste quasi invariate con un aumento contenuto, riferito alla normale crescita dei costi di produzione.
Il prezzo registrato in questi giorni dovrebbe attenuarsi con l'avanzarsi della stagione estiva, anche se appare alquanto improbabile che si scenda sotto un euro al chilo. Insomma, se anche adesso ci stanno facendo pagare lo "sfizio" delle primizie, nei prossimi mesi continueremo a dover sborsare alla grande per il dolcissimo frutto.
A conti fatti, con quello che oggi si spende per un frutto di pezzatura media, tra i 5 e i 7 chilogrammi, solo tre estati fa si sarebbe acquistata un'anguria di circa 40 chili.
Le angurie italiane fanno concorrenza con quelle sudamericane, nordafricane, greche e spagnole, già reperibili dallo scorso maggio nei negozi e nei supermercati del nostro Paese.
Sul fronte della qualità e della quantità, viste le abbondanti piogge autunnali e primaverili, si dovrebbe essere su standard ottimali e, se le prossime settimane saranno calde e assolate, potrebbero migliorare ulteriormente, sottolineano alla Cia, le caratteristiche del frutto nostrano, arrivando a livelli mai raggiunti nell'ultimo mezzo secolo.