In un anno gli investitori sono scappati togliendo 235 miliardi dal Belpaese pari al 15% del Pil
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In un anno, tra giugno 2011 e giugno 2012 Italia e Spagna hanno sofferto di una fuga degli investitori a causa dell'intensificarsi della crisi del debito. Il deflusso è stato pari a 235 miliardi in Italia, ovvero il 15% del pil e in Spagna di 296 miliardi, pari al 27% del pil. Lo rileva il Rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Fmi. Nonostante "i notevoli sforzi compiuti" l'Eurozona resta la "principale preoccupazione dei mercati".
Secondo il Fondo, "elementi chiave a livello nazionale sono la realizzazione del consolidamento fiscale in modo tempestivo e favorevole alla crescita, riforme strutturali per ridurre gli squilibri esterni e promuovere la crescita, il completamento della ristrutturazione del sistema bancario".
Ma questi sforzi dei singoli Paesi dovranno essere accompagnati a livello di Eurozona "da sufficienti fondi per le banche attraverso i programmi di liquidità della Bce. Più in particolare", si legge nel Rapporto, "progressi concreti verso la creazione di un'unione bancaria nell'Eurozona aiuterà a interrompere il pernicioso legame tra debiti sovrani e banche domestiche e aiuterà a migliorare la supervisione".
La Bce, osserva il Fmi nel suo rapporto, ha operato bene per evitare un aggravarsi della crisi, sia con il piano Ltro sia più recentemente con quello Omt che interviene direttamente sui bond pubblici, ma il rischio di una restrizione del credito resta se le misure adottate arrivano troppo lentamente.
Serve l'unione bancaria europea
L'organismo internazionale ribadisce le linee già indicate ad aprile nel rapporto di primavera, ovvero riforme strutturali e a sostegno della crescita, ristrutturazione bancaria, risanamento dei conti pubblici a livello nazionale, ma esorta anche a procedere velocemente "con progressi tangibili verso l'unione bancaria" in grado di interrompere il circolo vizioso creato dal legame tra la crisi del debito sovrano e le banche nazionali, aggravato appunto dalla fuga degli investitori internazionali.