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Prato, Museo Pecci: 30 anni di arte contemporanea

Opere d'arte e momenti magici coinvolgono Firenze

30 opere per 30 anni.

Quest'anno corre l'anniversario del Museo di arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, punto di riferimento museale di spicco che dal 1988 sorge a Prato, a due passi dall'aeroporto di Firenze, e per l'occasione trenta sue opere vanno in trasferta a Firenze in uno degli hotel della famiglia Ferragamo per celebrare il traguardo (www.centropecci.it). Dalla fine di marzo e per tutto il 2018 queste opere selezionate rimarranno esposte in “Opere d'arte e momenti magici” ad ingresso libero nel cuore di Firenze al Gallery Hotel Art (dove fra gli artisti che hanno esposto proprie opere c'è anche Andy Warhol), come assaggio speciale della cospicua collezione del Centro Pecci; si potranno vedere fra le altre “L'uomo a la coque” di Mirella Bentivoglio, il “Cronogramma 1-9” di Alessandro Alimonti, “La vita è bella” e “Decomposizione” di Lamberto Pignotti.

Invece dentro all'astronave – così è stata soprannominata l'avveniristica struttura del museo realizzata dall'architetto indonesiano Nio, perchè ricorda appunto una navicella spaziale – rimangono in esposizione i tesori della collezione. Il percorso intitolato “Dentro la collezione – Verso i 30 anni del Centro Pecci” e curato da Stefano Pezzato, si presenta con la novità dell'inserimento di opere di nuovi artisti: Andrea Abati, Richard Baquiè; i russi Anatoly Osmolovsky, Sergei Volkov, Leonid Sokov; i tedeschi Thomas Billhardt e Gerhard Richter. In due sale si raccontano i passaggi dal 1988 al 1989 al 1990, da un'epoca all'altra, il prima col muro e il dopo con la caduta del muro e la globalizzazione, cambiamento interpretato dagli occhi dell'arte contemporanea. Per vedere questi lavori di artisti italiani e internazionali, fra cui installazioni e opere video dell'arte dell'ultimo mezzo secolo, da Firenze partirà una navetta diretta al museo a Prato due volte alla settimana, per facilitare lo scambio e la condivisione culturale fra le due città Prato e Firenze. “Il Museo Pecci sarà i nuovi Uffizi del prossimo millennio - sostiene Stefano Pezzato, che fu già direttore artistico del Museo – dove i nostri eredi potranno godersi opere che appartengono a tutti”.

Poi, all'esatto scoccare dell'anniversario, ossia il prossimo 25 giugno, il Museo organizzerà una nuova mostra ancora top secret; quel che già è certo è che in quella data a sorprendere tutto il mondo dell'arte sarà una imponente e inedita opera di Loris Cecchini, fatta di braccia in acciaio che si arrampicheranno con eleganza e determinazione sulla facciata del nel cuore di Firenze Gallery Art Firenze, nel Vicolo dell'Oro, a fianco del Ponte Vecchio, nella culla del Rinascimento, come a sottolineare la crescita rigogliosa dell'arte, a guisa di una pianta rampicante, robusta e inarrestabile, da sempre feconda in questo territorio. Partners di questa serie di eventi eccezionali in sinergia fra città ed arti diverse, ma egualmente esaltanti, sono la famiglia Ferragamo con la Lungarno Collection e l'azienda Manteco della famiglia Mantellassi, un'eccellenza del tessile pratese, che per onorare i propri 75 anni di attività ha deciso di regalarsi e regalare alla comunità l'arte contemporanea.

Il progetto museale del Centro Pecci, sviluppato a partire dall'epoca della fine della "guerra fredda" e l'attuale sistema globale, è sorto come riflesso di un collezionismo d'arte contemporanea diffuso nella realtà di Prato, città industriale dal carattere intraprendente, dinamico, proverbialmente attenta alla ricerca e all'innovazione sia in ambito economico che culturale. La presenza in città della Casa d'aste dei fratelli Farsetti, come anche la vicinanza della città di Firenze, hanno costituito allora un incentivo a fondare il Centro, che niente sarebbe stato senza figure di riferimento come Giuliano Gori, ideatore e proprietario di una estesa collezione d'arte ambientale nella Fattoria di Celle, nei pressi di Pistoia e di Enrico Pecci, che lo creò in memoria del figlio Luigi e poi lo donò alla città. L'importanza di questo centro per l'arte contemporanea è data oltre che dagli artisti che vi transitano, anche dal fatto che è stata la prima istituzione museale italiana con una sede costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere gli sviluppi delle ricerche artistiche più recenti.