fino al 30 giugno

Klee-Melotti in mostra a Lugano

Esposizione nella città svizzera fino al 30 giugno

18 Apr 2013 - 10:58
Paul Klee Landschaft mit blauen und roten Bäumen 1920 olio e penna su imprimitura a gesso su tela su cartone 41 x 32 cm Collezione privata  © Ufficio stampa

Paul Klee Landschaft mit blauen und roten Bäumen 1920 olio e penna su imprimitura a gesso su tela su cartone 41 x 32 cm Collezione privata  © Ufficio stampa

Paul Klee (1879-1940) "Nell'al di qua non mi si può afferrare. Ho la mia dimora tra i morti quanto tra i non nati. Più vicino del consueto al cuore della crezione, ma ancora non abbastanza vicino"

Fausto Melotti (1901-1986) "La melanconia è l'anima stessa dell'opera d'arte, perchè testimonia melanconicamente la nostra perduta armonia. L'ambiguità come aspetto della melanconia è componente qualificante dell'opera d'arte."

Cerca di dare la risposta ad un grande interrogativo esistenzialista, il senso dell'arte, l'azzeccata doppietta Klee-Melotti, messa a segno dai curatori Guido Comis e da Bettina della Casa al Museo d'arte di Lugano abbinando il celebre svizzero tedesco al meno fortunato ma non meno grande italiano.

Una risposta trasversale che per essere compresa tocca essenzialmente due aspetti: la musica e la materia. Come dall'illuminante intervista del docu-film su Melotti in mostra "l'opera non diventa nobile mettendo la coda del tempo addosso".
Stracci, pezzi di carta valgono quanto il marmo. La dignità è nell'arte stessa che non ha bisogno di materialità. Un paradigma calzante è l'Arte della Fuga di J.S. Bach, non scritta per uno strumento specifico, ma come musica e basta e quindi capita di esplorare timbri diversi e tutti apprezzabili, così come nella scultura si possono indagare i diversi materiali senza mettere una delimitazione. Di più: "la materia è spesso una menzogna che nasconde le manchevolezze dell'opera". Sostituisce un mito che è scomparso. I parametri veri dell'opera d'arte sono allora il "concetto di sintesi", il "senso musicale" e l"invenzione plastica" (come nello "Stendardo per il Deserto" dove lo scarto tra l'idea e la forma è inesistente).
A questo punto una breve riflessione: perchè certe materie sono nobili? Perchè durano nel tempo.
"Io non credo al tempo", affermava Melotti " questo senso del durare è Ottocentesco borghese, tutto deve perpetrarsi come il patrimonio". Ancor oggi le sue idee non sono di facile presa, non lo erano già quando persino Carrà alla mostra milanese al Milione dichiarava "è intelligente ma non è scultura".
Nello spazio atemporale di questa esposizione risaltano queste idee estreme e raffinate, ma è solo riportandole al contesto storico che stupiscono con immediata modernità ed è solo attraverso il dialogo con i lavori più conosciuti di Klee che se ne apprezza l'alto valore. I capitoli di questo raffronto sono gli anni della formazione (Origini ), la sintesi razionale ( Astrazione e Geometrie con la "Scultura n. 17" del 1935 di Melotti e l'opera su carta e cartone di Klee "Lampione sulla piazza"del 1931), la contaminazione con la musica (Ritmi musicali con "Abbellimenti"1975 di Melotti e "Erba" di Klee 1935 ), la dimensione teatrale (In scena col proscenio popolato da figure di Melotti "Orfeo" 1945 e "Demoni all'ingresso" di Klee 1926 o nella stanza successiva con soggetti ricorrenti teatrali o circensi o ancora direttori d'orchestra e musicisti , interpreti di destini già scritti o dell'incerto equilibrio tra realtà e rappresentazione), il mondo naturale (Secondo natura), la dimensione urbana (Ritmi come paesaggi), la parola (Alfabeti) e il bestiario (Zoologia fantastica, dove sono protagonisti i gatti con la loro enigmaticità o i pesci che si muovono nella dimensione fluida dell'acqua governata da leggi diverse da quelle terrene). Veri poli di una ricerca divisa tra colori squillanti o campiture piatte quasi deserte, che trovano contrappunto nelle sculture realizzate con esili fili ottonati, dove Melotti disegna lo spazio in una occupazione armonica dello stesso delimitata come con un tratto di matita, con il senso del precario e della levità. Ma nei lavori più concettuali, la mappatura dell'immaginifico passa attraverso una chiara topografia dei suoni.
Composizioni cadenzate, quasi una modulazione in forma visiva di partiture musicali. Tuttavia i brani musicali proprosti a sottofondo da Paolo Repetto sono azzeccati negli autori, con un chiaro rimando alla percezione musicale dei due artisti, ma molto meno in taluni brani. Condivisibile in pieno invece la scelta dei sei piccoli pezzi per pianoforte Op.19 di Schoenberg. A parte questa critica l'inafferrabile si fa manifesto, l'intangibile tangibile. Non memoria di qualcosa, ma proiezioni sul futuro, ombre sul domani, non del presente calar della sera. Si riescono così a tirare così le somme della complessa attività artistica di Klee e soprattutto di Melotti. Credo che la scelta delle opere sia all'altezza delle aspettative.
Paradigmi filosofici espressi in modo succinto eppure intelleggibile nella sintesi tra immagini e suoni.

Giulia Cassini

© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Fausto Melotti Ombre vaganti 1975 ottone 68 x 60 x 31 cm Collezione privata, Milano © Archivio Melotti, Milano  

Maggiori informazioni sulla mostra al sito: www.klee-melotti.ch***<https://mail.google.com/mail/u/0/www.klee-melotti.ch>

Dal 17 marzo al 30 giugno 2013 grazie al generoso sostegno di Credit Suisse, Casinò Lugano e Ginsana

Nel 2013 questo percorso continuerà con la mostra "Miti e Misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri" al Museo Cantonale d'Arte e Museo d'Arte. 15-09-2013 / 12-01-2014.


ORARI: Martedì-domenica : 10.00-18.00; Venerdì: 10.00-21.00 Chiuso il lunedì tranne 20 maggio e 17 giugno.

BIGLIETTI: Intero: Franchi 12,00; Ridotto: Franchi 8 Speciale: gratis sotto i 16 anni e la prima domenica del mese
Visite guidate ogni domenica ore 15.00 (per singolo visitatore gratuito, per gruppi franchi 150 e per visita in francese, tedesco, inglese franchi 200 per gruppo)

Museo d'Arte
Riva Caccia, 5
6900 Lugano CH
Tel. 0041 (0)58 866 7214 - mediazione@lugano.ch

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