TIPICITA' CLASSICHE ROMANE

Cacio pepe e melone dello chef Danilo Pelliccia

Difficoltà: facile
08 Ago 2023 - 07:00
 © ufficio stampa

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La cucina romana è famosa per la sua varietà di piatti tradizionali che riflettono la cultura culinaria della città eterna. E’ conosciuta per la sua semplicità, l’uso di ingredienti di alta qualità e la valorizzazione dei sapori genuini. La “cacio e pepe” è un piatto classico che si basa su pochi ingredienti, ma molto gustosi: pecorino romano, pepe nero e pasta. Lo chef Pelliccia la propone in abbinamento con il melone e ci offre un’interessante combinazione di sapori contrastanti: insolita, ma l’equilibrio tra il sapore ricco e salato del cacio e pepe e la dolcezza rinfrescante del melone riesce a creare una sorprendente armonia.

Ingredienti


bucatini: 400 g
pecorino romano grattugiato: 200 g
cucchiaino di pepe timut (agrumato): 1
melone maturo: 1
sale:
Olio d'oliva extra vergine:

Prepara il melone: taglia il melone a metà, rimuovi i semi e la buccia. Taglia la polpa a cubetti o a fette sottili, a tuo piacimento. Metti da parte.

Porta ad ebollizione una pentola grande d'acqua salata. Aggiungi gli spaghetti. Mentre gli spaghetti cuociono, in una ciotola a parte, mescola il pecorino romano grattugiato e il pepe macinato.

Aggiungi un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta per formare una crema liscia e omogenea. Scola gli spaghetti al dente, ma ricordati di tenere da parte un po' di acqua di cottura.

In una padella grande, scalda un filo d'olio d'oliva a fuoco medio. Aggiungi gli spaghetti scolati e un paio di cucchiai di acqua di cottura. Mescola bene per distribuire l'acqua di cottura sulla pasta. Togli la padella dal fuoco e aggiungi la crema di pecorino e pepe preparata in precedenza.

Mescola vigorosamente affinché la crema si fonda e si distribuisca uniformemente sulla pasta, formando una salsa cremosa. Aggiungi i cubetti di melone alla pasta e mescola delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti. Servila direttamente nella corteccia esterna del melone.

A cura di Indira Fassioni in collaborazione con Micol Ferrara

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