La famiglia non crede all'ipotesi del suicidio e la magistratura italiana vuole vederci chiaro
di Federica Terrana“Io non cerco un colpevole, cioè vogliamo la verità, per questa ragazza, così che ripeto a dire, piena di vita, cerchiamo la verità”. A parlare è il padre di Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana precipitata dal terzo piano della sua abitazione a Vienna nella notte di sabato 21 giugno e morta dopo giorni in ospedale. Le autorità austriache avevano inizialmente archiviato il caso come suicidio, ma la famiglia non crede a questa versione. Ora anche la magistratura italiana vuole vederci chiaro. La salma è tornata ieri a Palermo e si trova al Policlinico in attesa dell’autopsia. Nel registro degli indagati, per istigazione al suicidio, è stato iscritto il fidanzato di aurora, Elio Bargione, 27 anni, anche lui palermitano e assistente di volo.