La testimonianza sul posto

Regosa (Cesvi) a Tgcom24: "Si muore di fame, non c'è un posto sicuro a Gaza"

Il Senior Emergency Coordinator della Ong fotografa una situazione critica ai nostri microfoni: "Incredibile che una parte in causa del conflitto gestisca anche gli aiuti. Li si distribuisca"in maniera professionale" "

25 Lug 2025 - 22:44
09:58 

Il Senior Emergency Coordinator di Cesvi a Tgcom24 racconta una situazione critica, con centinaia di migliaia di persone allo stremo: "Si muore di fame e il poco cibo non è alla portata di tutti. Non esiste in tutta Gaza un posto sicuro". Nella Striscia ormai manca tutto, anche gli stessi operatori fanno fatica a sopravvivere: per ovviare al problema ci si arrangia come si può, arrivando anche a bruciare i vestiti pur di avere il modo di cucinare quel poco che si trova. Il Cesvi, da parte sua, spiega Ragosa, si impegna soprattutto nel fornire acqua e riparare latrine e tubi. Ma a preoccupare l'operatore è soprattutto la posizione della Gaza Humanitarian Foundation: "Mai visto che una parte in causa del conflitto possa gestire gli aiuti. C'è ad oggi un solo punto di distribuzione che funziona ed è a sud, dove si combatte. Si tratta di un gioco al massacro: chi è più forte recupera qualcosa in mezzo alla ressa e comunque in certe situazioni si rischia sempre di venire sparati". Regosa è scettico anche sul fatto che gli aiuti lanciati dall'alto possano essere davvero la soluzione: "Far cadere gli aiuti in posti non controllati crea caos e non garantisce che questi arrivino a chi ne ha davvero bisogno, anzi".

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