I droni stanno cambiando tattiche e strategie delle guerre
Guerra a basso costo. E col massimo risultato. Dove la tecnologia, nella sua continua corsa, cambia le regole del gioco. Solo fino a pochi anni fa, guerra inimmaginabile, ora decisiva, e proviamo a proiettarla sugli scenari odierni e futuri dellʼintelligenza artificiale. I droni stanno cambiando tattiche e strategie.
L'Ucraina lo sta insegnando al resto del mondo. L'Iran li fornisce fra l'altro alla Russia. Peccato che Israele, con i suoi, e molte fonti confermerebbero che quelli che hanno colpito Isfahan fossero già, segretamente, in territorio iraniano, abbia dimostrato che la partita sia apertissima. I droni sono velivoli senza piloti, con sensori, telecamere, sistemi di autopilotaggio. Grazie a reti di dati, algoritmi e software, possono identificare e scegliere gli obiettivi e determinarne la posizione con crescente precisione. Dal 2000 sono entrati in servizio, ma per operazioni di intelligence. Ora sono sempre più utilizzati per scopi offensivi. Comandati da remoto, permettono anche a piccoli eserciti di effettuare operazioni micidiali contro i "giganti". E ai grandi di risparmiare cifre importanti in termini umani ed economici. Costo medio di un drone: 5mila euro. Anche se i più sofisticati arrivano al milione. Sembra molto, ma è poco o niente rispetto all'uso dei cacciabombardieri, dei missili, o alle perdite di vite umane.
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