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Nesli: "Così ho sconfitto i pregiudizi"

Il cantante racconta a Tgcom24 la sua prima volta da scrittore con il libro autobiografico "Andrà tutto bene" e il nuovo album con dvd

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Da quando non fa più rap, è come se Nesli si fosse liberato dei suoi fantasmi. La nuova vita da cantautore pop l'ha inaugurata a Sanremo e con l'uscita - l'8 settembre - del primo libro autobiografico "Andrà tutto bene" (Mondadori) celebra il "funerale al passato". Perché Francesco Tarducci, fratello di Fabri Fibra, ha scacciato i pregiudizi e superato i momenti difficili. "Ma il modo di scrivere d'ora in poi sarà diverso", racconta a Tgcom24.

Nesli: "Torno con un disco dellʼanima"

Nesli è tornato il 4 settembre con l'album "Andrà tutto bene - Live Edition", con la bonus track "Mare Mare", un dvd del film del concerto, un file audio di 20 tracce tra cui i brani "La fine", "Ti sposerò", "Parole da dedicarmi" e "Un bacio a te", immagini di backstage e intervista. E si presenta nella veste nuova di scrittore. Che per lui è stata catartica: "Me lo chiedevano in tanti, avevo la mia storia da raccontare e volevo misurarmi con la scrittura di questa storia, che è un romanzo ispirato alla mia vita. All'inizio mi vergognavo un po' perché racconta tanto di me, poi mi sono liberato, e l'ho scritto in maniera diretta e cruda".

Nesli è convinto che anche grazie al libro riuscirà a scacciare definitivamente i pregiudizi, facendo conoscere meglio la sua storia: "Sono figlio del pregiudizio, nel tempo ho capito che è stato una parte formativa della mia gavetta, mi sono misurato tanto con il pregiudizio e l'ho dovuto comprendere, d'altronde io sono il primo ad averlo, e quindi ho dovuto spiegarlo, ad esempio con Sanremo. E con il libro farò capire delle cose che io magari avevo spiegato male". Il cantante parla a chi lo conosce e si spiega attraverso il percorso musicale. "Il capitolo sulla mia famiglia è quello che mi emoziona di più, il più duro da scrivere - prosegue - c'è la provincia, ci sono le prospettive... Il libro si apre e si chiude con uno sparo a Senigallia in un pomeriggio d'estate del 1997: ho voluto raccontarlo come se fosse un film, è un fatto accaduto che non ho dovuto neanche inventare". Scrivere il volume non è stato così "divertente come scrivere una canzone".

"In genere sono due mondi che non si incontrano - sottolinea - in una canzone devi avere il dono della sintesi, devi dire tanto in poco, come fa Vasco. In un libro devi scrivere tanto e devi avere delle idee. Nel mio caso è una traccia parallela". I due mondi si sono influenzati a vicenda, tanto che dopo il libro Nesli ha scritto tantissimi testi: "Ci sono delle pagine che possono diventare strofe, manca solo la musica...".