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Harrow: "E' vero negli anni 80 non cantavo io"

Il cantante anticipa in una lettera aperta una confessione che sarà contenuta in un libro

LaPresse

Reduce da L'Isola dei Famosi, Den Harrow affida a una lettera aperta un importante coming out musicale che precede un libro scritto a 4 mani di futura pubblicazione: "E' vero quando ho avuto il grande successo negli Anni 80 non ero io a cantare, però 'la storia di Den Harrow il cantante che non cantava' voglio raccontarvela io com'è andata davvero: non ho mai cantato quei pezzi anzi badate bene per contratto io non potevo cantarli!".

"Mi chiamo Stefano Zandri però molti mi conoscono con il mio nome d'arte: Den Harrow. Un nome che mi venne appioppato 30 anni fa da Roberto Turatti e Miki Chieregato, due produttori di successo della Baby Records, che dopo avermi conosciuto in un locale dell'hinterland milanese mi proposero di diventare l'immagine del progetto Den Harrow ed io ragazzotto di bellissime speranze nato a Bresso (in prov. di Milano) a 20 anni accettai senza riserve!".

La lettera continua così: "Mi spiego meglio.. in quegli anni i produttori anche negli Stati Uniti prendevano dei personaggi che secondo loro funzionavano con un'immagine forte, gli mettevano dietro la voce di un bravissimo cantante vocalist e creavano il personaggio anzi “il progetto”. Così successe per Den Harrow che regalò a quei signori almeno 5 anni di successi stratosferici in tutta Europa con delle punte che anch'io ancora oggi fatico a credere e tanti soldi.. nel 1987 vinsi in Germania il premio della musica indetto dal magazine Bravo davanti a Michael Jackson e Bruce Springsteen e al pari mio come personaggio femminile c'era Marie Louise Veronica Ciccone in arte Madonna! - continua - Prendevo in media due aerei al giorno per spostarmi da un Paese all'altro, da uno show televisivo ad una kermesse musicale e avevo migliaia di fans in Italia, Germania, Francia e Spagna. Loro erano fans del personaggio Den Harrow e adoravano le sue canzoni però qualcuno ad un certo punto volle far presente che Den non cantava che era un bluff o meglio un fotomodello doppiato da un cantante e di seguito tante polemiche. Ovviamente io mi sono sempre difeso per amor proprio e perché ancora oggi sono certo che il successo del mio personaggio derivasse da una serie di coincidenze: solo le canzoni senza l'immagine non avrebbero avuto lo stesso rendimento e viceversa".

"Ora però sono io a dirlo a viso aperto: è vero in quegli anni non ho mai cantato quei pezzi anzi badate bene per contratto io non potevo cantarli! Anche volendo con la mia voce non potevo esibirmi. Ho potuto farlo solo qualche anno dopo e oggi continuo a farlo perché i vecchi contratti sono ormai scaduti. - rivela - Un po' mi dispiace che chi mi prestava la voce si sia tanto arrabbiato perché io continuo a portare in giro quel personaggio che la gente ama e a lui dico “My friend (visto che abita negli US) sotterriamo l'ascia di guerra! Io ammetto che la voce del mio personaggio eri tu ma tu ammetti che ne eri consapevole e che in fondo voce e immagine dovevano andare di pari passo per avere successo e non arrabbiarti così se canto quei pezzi che ad entrambi hanno dato grandi soddisfazioni”. E ai miei colleghi che dicevano “Den non è uno dei nostri è un fotomodello” dico che in parte avevano ragione ma il successo non si inventa e Den Harrow ne ha avuto davvero tanto e di soldi ne ha fatti guadagnare a tutti e anche tanti! Credetemi sono passati 30 anni ma io sono e mi sentirò sempre un uomo di musica e amo la mia musica più di ogni altra cosa!".

"Sto scrivendo una storia a 4 mani che racconterà questo coming out, la mia carriera e tanti aneddoti su quei formidabili Anni Ottanta vissuti da “quello che ha battuto Michael Jackson senza cantare” e sono certo che sia i nostalgici che i ragazzi di oggi (quelli che mi hanno visto all'Isola dei Famosi) ne avranno delle belle da leggere ma intanto quello che vi ho appena scritto mi sembrava un atto dovuto dopo 30 anni di onorata carriera alle soglie del mezzo secolo quando il ragazzo volente o nolente diventa uomo! - conclude - Tutto questo perché vorrei che mia figlia che ha 11 anni tra qualche anno leggendo Cioè con un sorriso sulle labbra sapesse che su quelle copertine c'è stato anche suo padre a regalare sogni alle sue coetanee, le teen agers di 30 anni fa che oggi sono diventate mamme!".