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Arriva "Diaz", si accendono le polemiche

Per il regista "nulla di inventato", per il Sap "serviva più equilibrio"

Ufficio stampa

Uscirà il 13 aprile il film di Daniele Vicari "Diaz" dedicato alle violenze della polizia alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2001.

"Non è un cinema civile o politico perché qui - dice Vicari - non ci sono teorie ma fatti accertati da sentenze". Non concorda il sindacato di polizia Sap. "Non è esattamente un film da proiettare nelle scuole - dice il segretario Stefano Paoloni -, non è proprio educativo. Ci voleva forse più equilibrio".

Affrontando una delle pagine più controverse della storia dell'Italia contemporanea il minimo che il film di Vicari possa fare è sollevare un vespaio di polemiche.

La pellicola racconta, per 120 minuti, una giornata di alcuni dei ragazzi protagonisti della vicenda. "Tutto ciò che abbiamo mostrato nel film è accaduto veramente - spiega il regista durante la conferenza stampa romana -. Ho scritto la sceneggiatura insieme a

Laura Paolucci

, basandomi esclusivamente sugli atti processuali. Ho voluto rispettare ciò che è realmente accaduto - continua - perché il mio obiettivo è far sì che lo spettatore si ponga alcune domande: cos'è la democrazia? Cosa vuol dire vivere in un Paese democratico?".

Stefano Paoloni

, segretario nazionale del Sap, non nasconde che ''gli errori alla Diaz e a Bolzaneto ci siano stati e che chi ha sbagliato è giusto che abbia il processo. Non mi riconosco nei miei colleghi - spiega -, però penso che Vicari abbia rappresentato in modo eccessivo, quasi caricaturale quello che è accaduto per dare una maggiore impronta negativa". A Genova ''sono stati fatti errori - continua -, è fuori discussione e infatti ci sono le sentenze di primo grado e di appello. Ma alcuni passi avanti sono stati fatti. Certo 'Diaz', come pure 'Acab' qualche mese fa - conclude -, in questi tempi caldi non è che fa bene alla pacificazione, anzi rischia di fomentare''.