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Maitre Gims tra rap e melodia: "Così racconto le emozioni"

Esce il 29 gennaio "Mon Coer Avait Raison", il secondo album dellʼartista francese in vetta alla classifica con la hit "Est-ce Que Tu MʼAimes". Tgcom24 ha incontrato il musicista presto ospite a Sanremo

Maitre Gims tra rap e melodia:
ufficio-stampa

La sua "Est-ce Que Tu M'Aimes" da un mese è in vetta alla classifica dei singoli più venduti, ma Maitre Gims, Re Mida del rap in Francia, il successo italiano della sua hit non lo immaginava.

Il 29 gennaio esce "Mon Coer Avait Raison", secondo album solista, già record Oltralpe. Un doppio disco che accontenta i fan delle rime e quelli della melodia che, dice Gims a Tgcom24, è il passpartout per il successo internazionale e che lo porterà a Sanremo.

Maitre Gims tra rap e melodia: "Così racconto le emozioni"

Maitre Gims sarà al Festival come ospite. Ancora da definire la serata della sua esibizione, ma l'artista è già entusiasta. Dell'Italia ama lo stile e le Ferrari (ne possiede una, ndr), ma ammette di conoscere poco la scena rap nostrana, limitandosi a citare Fedez, Baby K e Clementino: "So che hanno molta popolarità", afferma.

Nato in Congo, 29 anni fa, Maitre Gims (vero nome Gandhi Djuna) è arrivato in Francia a 2 anni da clandestino. Oggi è l'artista più pagato della nazione, grazie alla musica, che ha nel sangue. Papà e nonno entrambi musicisti, la passione di Maitre Gims è diventata professione dal 2003 quando "con gli amici della Sexion D'Assault (collettivo rap, ndr) - racconta - ho cominciato a fare rap e ho lavorato per farmi conoscere, fino al successo".

L'aria un po' annoiata lascia spazio a un sorriso largo e disponibile, quando inizia la chiacchierata. Del rapper, Gims ha solo le scarpe sportive, color oro e con le alette. Adora la moda, ma soprattutto adora cantare e non solo rappare. Per questo il nuovo album è diviso in due cd, una "pillola blu" melodica, una "pillola rossa" tutta rap. Una divisione ispirata al film "Matrix" per 26 canzoni in cui spicca la collaborazione con Sia. La star australiana canta in "Je Te Perdonne", un duetto nato superando anche l'ostacolo linguistico. "E' la melodia che rende internazionali le canzoni – dice Gims – Sia è stata rapita dalla melodia del brano e ha voluto accogliere il mio invito. Con lei è accaduto quello che è successo con 'Est-ce Que Tu M'Aimes' in Italia".

Come ti spieghi il primato raggiunto in Italia?
Non me lo spiego! Forse la traduzione della parole, l'arrangiamento… E' una canzone molto romantica e l'Italia è la terra del sentimento… Magari è questo il motivo.

"Mon Coer Avait Raison"
è diviso in due cd. E' stata una scelta strategica o una esigenza di esprimere queste sue due anime in maniera ben distinta?
Quando ho iniziato a scrivere l'album sono venute fuori 2, 3, 4, 5 canzoni molto rap, perché ce l'ho nel dna, però nello stesso periodo ho scritto brani più pop. Non avevo voglia di fare un album unico con 27 canzoni e un mix delle due cose. Ho voluto sviluppare un concept e dare la 'pillola rossa' ai fan del rap e dell'hip hop più intransigenti e la 'pillola blu' a chi invece è più aperto ad altri tipi di sound.

Nei live però la divisione non può essere così netta…
Il concept dell'album lo trasferisco anche nei miei concerti. Sul palco ci sono due mani giganti con due pugni chiusi e la voce di Morgan Freeman chiede ai fan quale pillola scegliere. E' il pubblico che decide. Con urla o applausi. Io mi diverto a giocare con i fan. A volte mi piace dividerli in blu e rossi e domandare loro cosa preferiscono, se vogliono la pillola blu o quella rossa. Io li accontento.

E tu, invece, cosa preferisci?
Io penso che la mia musica si esprima al massimo attraverso la canzone. L'hip hop arriva a pochi, la melodia invece mi consente di arrivare a molte persone. Nel rap e nell'hip hop c'é molto vocabolario, però è la melodia che crea emozione. Le parole senza emozioni sono troppo deboli per raccontare storie. Io preferisco cantare piuttosto che rappare. E' una cosa che sento naturale. E' molto più bello, più efficace.

Vieni dal rap, ma vuoi cantare. Questo disco si può considerare di transizione?
E' un album che mi rappresenta molto e nello stesso tempo è un lavoro di transizione. E' un disco che dice quello che sono io adesso. E' un progetto che ha una continuità con il mio lavoro precedente, ma io sento di essere in evoluzione, quindi è anche un disco di transizione.

Hai una etichetta discografica, la MMC, e una linea di abbigliamento, la Vortex. Insomma sei musicista-imprenditore. Cosa avresti fatto in alternativa alla musica?
Di sicuro mi sarei occupato di moda. Mi sarebbe piaciuto fare lo stilista. E' una grande passione.

Oltre Sanremo, tornerai in Italia?
Tornerò a Milano per un concerto (la data è da definire, ndr). E tornerò di sicuro per fare shopping. Devo comprare un vestito buono per i miei 30 anni. Magari un Francesco Smalto.