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Adele, è arrivato il giorno di "25", un vero disco dʼaltri tempi

Molti lo vedono come lʼalbum che "salverà" le sorti di una discografia in crisi: qualità unita a vendite stratosferiche. E un bel no ai servizi in streaming...

adele 25
ufficio-stampa

E' uscito "25", l'attesissimo nuovo album di Adele. Un lavoro a suo modo fuori dal tempo, come lo è la sua autrice: classico, squisitamente pop e con pochi occhieggiamenti a suoni alla moda, "25" è pronto a sbancare le classifiche con numeri che nel 2015 sembrano fantascienza. E non sarà disponibile sui servizi streaming come "Spotify" o "Apple Music": chi lo vuole dovrà comprarselo.

Adele, è arrivato il giorno di "25", un vero disco dʼaltri tempi

Adele come Taylor Swift dunque volta le spalle ai servizi di streaming, ovvero il principale sistema di fruizione della musica al giorno d'oggi. Sarà un caso che le due artiste sono una quella che ha venduto più di tutti negli ultimi 12 mesi ("1989" della Swift è un fenomeno che non accenna a sparire dalle classifiche nonostante sia uscito a ottobre 2014), e quella che, tutti sono pronti a scommetterlo, venderà di più quest'anno?

Ma non è solo questione di prove di forza dall'alto della propria capacità di fare breccia nel pubblico come pochissimi altri ormai. Adele è un personaggio che ha fatto religione della volontà di distinguersi dalla massa. Dopo il successo planetario di "21" si è ritirata nel suo privato senza cercare di sfruttare in ogni modo il momento magico; di fare live o tour al momento non se ne parla così di passare sotto l'ala di una major. E ora la scelta sullo streaming.

Ma in tutto questo l'album com'è? Chi riponeva in lei una fede cieca non sarà deluso, chi l'aspettava al varco avrà pochi elementi di critica a cui appigliarsi. Ci sono ballate intense e (melo)drammatiche come "Remedy" (praticamente solo piano e voce) o "Miss You", e ci sono momenti più leggeri come "Send My Love (To Your New Lover)", con un inciso pop che entra nella testa al primo ascolto. A dare un tocco di novità rispetto al passato ci sono alcune collaborazioni come quella con Danger Mouse, produttore di "River Lea", o Bruno Mars co-autore di "All I Ask" (anche se qui ne è uscita una struggente ballad pianistica con echi di Whitney Houston e non un pezzo up-tempo come ci si sarebbe potuti aspettare). Se vogliamo aggiungere il primo singolo "Hello" che ha già raggiunto numeri da capogiro, si capisce come l'album sia destinato a replicare (forse non nei numeri ma nella popolarità) "21".

Un disco non fa salti in avanti inaspettati anche se necessita più ascolti per entrare davvero sotto pelle, proprio per il suo essere per molti versi intimo e con pochi momenti che colpiscono l'ascoltatore con l'impatto: è l'emozione quella che arriva. E quella necessita di sedimentarsi. D'altro canto lei è Adele, ha uno stile preciso e una voce unica, che salti avrebbe dovuto fare? E' un'artista che è stata capace di diventare un classico a soli 27 anni. Per qualcuno classico fa rima con vecchio. A lei questo non sembra spaventare. E nemmeno ai milioni di persone che la amano.