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Studenti trans, doppio libretto all'università

Il Senato Accademico dellʼUniversità degli Studi di Padova lo approva: doppio libretto per i ragazzi che hanno cambiato sesso

LaPresse

A Torino, Bologna e Napoli è già una realtà e, nell'ultima delibera del Senato Accademico dell'Università di Padova, anche il Bo ha riconosciuto il diritto dei ragazzi trans ad avere un doppio libretto universitario. L'iniziativa era partita dall'associazione lgbt padovana Antèros, che sulla scia degli altri atenei aveva richiesto questa presa di posizione a favore della condizione di questi studenti, spesso costretti a giustificare il cambiamento di nome e di apparenza, costringendoli a uscire dalla loro privacy non solo in sede d'esame, ma anche giornalmente qualora necessiti verificare la loro identità: dall'accesso alla biblioteca e alla mensa alla candidatura e alla riscossione di borse di studio. Questa decisione appare un notevole passo in avanti nel diritto allo studio e al diritto alla privacy dello studente transgender nell'ambiente universitario.

TORINO, BOLOGNA, NAPOLI, PADOVA - Queste le città italiane in cui uno studente transgender, iscrivendosi all'università, può avere oggi l'opportunità di ricevere un doppio libretto e un doppio badge. A Napoli già dal 2010 il senato accademico dell'università partenopea decretava che «per gli studenti in attesa dell'accoglimento della domanda di cambiamento di sesso da parte del Tribunale e del conseguente rettifica dello stesso da parte dell'Ufficio Anagrafe, il rilascio di un duplicato del libretto (nel quale far riportare il nome scelto in relazione al genere a cui sentono di appartenere)». A Padova la decisione sul duplicato del libretto è stata presa in questi giorni su proposta dell'associazione padovana Antèros, ma anche a Pisa, Roma e Milano si discute su questa possibilità.

QUESTIONE DI PRIVACY - Nella lettera spedita al rettore dell'università di Padova dai membri dell'associazione Antèros, come si legge sul sito www.anterospadova.it, si è richiesto di concedere questo diritto agli studenti trans per esigenze che hanno molto poco di ideologico e molto, molto di pratico. Infatti “In questo modo, (gli studenti transgender e transessuali) possono frequentare i corsi, rispondere agli appelli e sostenere gli esami senza che la loro privacy venga costantemente violata, e senza sottoporsi a situazioni imbarazzanti e umilianti, che attualmente costringono una buona parte di questi studenti ad abbandonare l'università”.

UNA SCELTA DI RISPETTO - Il libretto, o tessere e documenti universitari, sono veri e propri documenti di identità che accompagnano giornalmente lo studente universitario. Dover in ogni occasione spiegare la diversità tra l'identità scelta e quella anagrafica in pubblico espone uno studente quantomeno a rivelare un dato intimo e privato, ma a volte anche a subire il pregiudizio e la chiacchiera facile, se non la violenza fisica o psicologica. Non sempre l'ambiente che si frequenta è del tutto pronto ad accogliere con garbo situazioni e scelte di vita diverse. Riconoscere questo diritto agli studenti transgender equivale a riconoscere la loro realtà ma soprattutto a rispettare la persona.

DIRITTO ALLO STUDIO - Il problema di studenti omosessuali e trans che non riescono ad ambientarsi nell'ambiente universitario e lasciano gli studi è reale e denunciato continuamente dalle associazioni sui diritti gay. Sul sito della community dell'università di Padova (www.younipa.it) le reazioni degli studenti sul concedere il doppio libretto sono positive:” Sarebbe sintomo di tolleranza e di intelligenza…”, “sarebbe un grande balzo in avanti per unipa sul piano dei diritti civili. In fondo che male c'è?”, questo si legge tra i commenti alla notizia della proposta. Ma c'è anche chi scrive che “Sarebbe sintomo di tolleranza e intelligenza, ma ci sono ancora studenti, uno più cretino dell'altro, che indicano e ridono di persone che hanno cambiato sesso per accettarsi.[…]”. L'iniziativa è quindi importante per il diritto allo studio dei ragazzi trans, perchè permette loro la scelta di non dover esporre continuamente la propria vita privata anche a chi non la rispetta.