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Scoperte "armi" con cui tumori resistono a farmaci: verso nuove cure

A guidare il team di ricerca lʼitaliano Antonio Iavarone, uno dei pionieri degli studi sul Dna tumorale

Un gruppo di scienziati americani della Columbia University di New York ha scoperto le "armi" con cui i tumori "aggirano" i farmaci, diventando resistenti alle terapie.

Lo studio è stato condotto attraverso l'analisi molecolare di quasi 1.200 forme di cancro al momento della prima diagnosi, a partire dal glioblastoma, una dei più aggressivi tumori del cervello. A guidare la ricerca, che apre la strada a nuove terapie, è l'italiano Antonio Iavarone, uno dei pionieri degli studi sul Dna tumorale.

"Stiamo analizzando il Dna dei tumori al cervello detti ricorrenti, cioè che ritornano dopo una prima fase di terapie", ha spiegato Iavarone. Finora, ha aggiunto, "avevamo analizzato il materiale genetico di quasi 1.200 tumori cosiddetti alla prima diagnosi. Ora è iniziata la fase successiva con l'obiettivo di confrontare il Dna del tumore prima e dopo il trattamento".

Verso terapie personalizzate - Dall'analisi di circa cento tumori ricorrenti, i ricercatori hanno osservato che, al loro "ritorno", le forme di cancro sono più aggressive e non sono più sensibili alle terapie. Il motivo? I tumori evolvono sviluppando nuove e precise alterazioni genetiche che li rendono resistenti ai farmaci, "come se avesse imparato a difendersi e ad aggirarli", ha precisato Iavarone. Tuttavia, secondo il ricercatore, alcune di queste alterazioni possono essere potenzialmente aggredite e conoscerle "potrebbe portare allo sviluppo di terapie personalizzate".