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Diabete, Oms: "Sono 422 milioni i malati nel mondo, è epidemia"

Quadruplicati rispetto al 1980 e destinati a raddoppiare nel giro di ventʼanni. Lʼappello: "Rafforzare la prevenzione e migliorare lʼassistenza medica"

Nel mondo le persone adulte affette da diabete sono circa 422 milioni, un numero quadruplicato rispetto al 1980 e destinato a raddoppiare nel giro dei prossimi vent'anni.

A lanciare l'allarme "epidemia" è l'Oms all'interno del primo report globale sulla "malattia del sangue dolce", diffuso in occasione della Giornata mondiale della salute (7 aprile). Per contrastare questa tendenza, l'organizzazione ha invocato il rafforzamento della prevenzione e il miglioramento dell'assistenza medica.

"L'epidemia di diabete è in rapida crescita in molti Paesi, soprattutto in quelli a basso e medio reddito: entro il 2030 il diabete sarà la settima principale causa di morte a livello globale", si legge. Gran parte dei casi di diabete di tipo 2, che rappresentano il 90% del totale e riguardano anche i giovanissimi, sono infatti prevenibili o ritardabili con semplici interventi sugli stili di vita (dieta e attività fisica). Inoltre una diagnosi precoce, così come sapere controllare e gestire la malattia, può aiutare a evitare le complicanze.

Nel mirino obesità e sovrappeso - Ad aggravare la situazione contribuisce soprattutto l'aumento parallelo di obesità e sovrappeso. "Se vogliamo fare passi avanti dobbiamo ripensare la nostra vita quotidiana: mangiare in modo sano, essere fisicamente attivi ed evitare l'aumento di peso eccessivo", afferma Margaret Chan, direttore generale dell'Oms. I dati sono preoccupanti: nel 2014, più di un maggiorenne su tre era in sovrappeso e oltre uno su dieci era obeso.

La mortalità - Secondo i dati dell'Oms, il diabete ha causato 1,5 milioni di vittime solo nel 2012. Altri 2,2 milioni di morti premature sono invece stati provocati da livelli di glucosio nel sangue superiori alla soglia ottimale e dal loro effetto amplificatore sull'impatto delle malattie, soprattutto cardiovascolari. A livello mondiale è stato fissato l'obiettivo di ridurre le morti premature da malattie non trasmissibili, diabete compreso, del 30% entro il 2030. Per questo motivo l'organizzazione ha lanciato un appello globale per "aumentare la prevenzione, rafforzare la cura e migliorare la sorveglianza".