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Funziona la protesi con nervi umani

Ottimi risultati per la gamba bionica ad alta tecnologia

Ap/Lapresse

Non può ancora giocare a basket come faceva prima, né probabilmente guiderà più una moto, ma per Zac Vawter, la “cavia” che sta sperimentando il primo arto bionico capace di leggere i segnali cerebrali, la nuova protesi è quanto di più simile a una gamba vera si possa ottenere oggi al mondo. Il sistema, testimonia l'articolo sul caso pubblicato dal New England Journal of Medicine, anche se ancora in fase sperimentale, ha dato ottimi risultati. Potrebbe essere vicino il momento in cui questo tipo di protesi uscirà dai laboratori del Rehabilitation Institute of Chicago ed entrerà in commercio.

Comandata dal cervello - Vawter è un programmatore di 31 anni e ha perso l'arto durante un incidente in motocicletta. Prima del trapianto si è sottoposto a una procedura di “reinnervazione mirata”, in cui i nervi del muscolo danneggiato sono stati rediretti verso quelli posteriori della coscia, che invece erano sani.

A questi è stata collegata la protesi, che contiene un computer capace di elaborare i segnali dei nervi e dedurre in tempo reale il gesto che il paziente avrebbe voluto fare, traducendoli in movimenti della protesi. Il prototipo ha già avuto il suo battesimo di fuoco quando l'uomo ha voluto scalare i 103 piani delle Willis Tower di Chicago a piedi. 

Costata 8 milioni di dollari - “La gamba bionica è un vero passo avanti rispetto alle mie vecchie protesi - afferma Vawter - risponde velocemente e in modo più appropriato agli stimoli. Per la prima volta riesco a salire e scendere le scale soltanto pensando al movimento che voglio fare, è un grande passo avanti”. Il sistema finora era stato testato solo su braccia, più facili da gestire soprattutto perché non gravate dal peso di tutto il corpo. A finanziare il progetto di ricerca che ha portato alla realizzazione della gamba è stato l'esercito statunitense, che ha investito 8 milioni di dollari nella speranza di far fronte alle migliaia di mutilati sui campi di battaglia. 

Da migliorare - Il prototipo che Vawter sta sperimentando ha già una percentuale di errori, cadute comprese, dell'1,2%, molto meno del 12,9 delle protesi robotiche standard, ma i ricercatori stanno ancora cercando di migliorarlo. “Dobbiamo renderlo più leggero, silenzioso e con batterie che durino di più - afferma Levi Hargrove, uno degli sviluppatori - inoltre questo modello è omologato per 5mila passi, mentre gli standard dell'esercito ne impongono 10mila”.