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Belen, le Invasioni e quel triste deja vu

Il Telebestiario di Francesco Specchia

Ufficio stampa

C'è una frase nell'intervista di Belen alle Invasioni Barbariche (La7, mercoledi prime time) che vale più di mille articoli indignati: “In Argentina se i governanti prendono in giro, la gente s'incazza: operai, professionisti, impiegati scendono in piazza con pentole e cucchiai e fanno un frastuono tale da cacciare i politici. Non capisco perché gli italiani non fanno così, ma tra un po' ci arriveranno…”.

Pentole e cucchiai e revolucion! La malapolitica vista da Belen –incinta col pancione ma tenacemente dotata di microgonna, nuove labbra al silicone e ciglia farlocche- è un lampo nella nuova, ritrita edizione delle Invasioni. Ma è l'unico lampo. Per il resto la Bignardi ci tiene a far sapere che lei ha meno followers della sua ospite (ma nessuno glielo aveva chiesto). Incalza la showgirl con domande mai udite sulla gravidanza (“A che mese sei?” “ma lavori ancora?”, “ che cosa progetti per tuo figlio?”). Ne storpia il cognome del fidanzato e la tallona sull'ex, ora galeotto, mandando di quest'ultimo in onda un vecchio video di Sky; e pigia su un gossip compulsivo che porta la stessa Belen, estenuata, a chiedere di “smetterla di parlare di Fabrizio..”. Poi ecco lo “scoop” su Berlusconi che chiama Belen “oca” e la Belen che sorride: “dice così perché non gliel'ho data”. Il tutto intramezzato dall'intervento d'un filosofo, tale Antonio Pascale, che di Belen tratteggia un ritratto che farebbe meglio la mia portinaia, ma lo fa disteso su palline colorate con una gnocca al seguito. Mah.

Missiroli diceva: un'intervista è un articolo rubato, se va bene l'intervistatore dice che è merito suo, se va male demerito dell'intervistato. La regola vale soprattutto per la Bignardi. Ma quel che sconcerta è che gli autori esultino perché questa paracula cessione al gossip ha fatto il 5,85% di share; la quale cifra, considerando le potenzialità d'ascolto della rete ultimamente illuminate da Santoro è invece abbastanza preoccupante. Specie se vi dicessi quanto costa tutto questo, nonostante i tagli.

Per il resto la Daria, che sembra sempre più assente, fa apparire il marciatore Schwazer un dopato gentile, anche se l'uomo prima si pente e poi insinua dubbi sulla giustizia sportiva. Infine trasforma Arisa in un essere dalla malinconia invincibile. Che, tra l'altro è la stessa impressione che qui si ha con Geppy Cucciari versione magra. Riccardo Bocca – che non è esattamente un pericoloso reazionario di destra, come potrei essere tacciato io- sull'Espresso scriveva di queste Invasioni: “Perché aldilà delle ipocrisie, la trasmissione illustra il vero programma della sinistra light:atteggiarsi cioè a fuoriclasse dell'etica e del buon gusto, e intanto praticare i soliti sport. Tipo incrociare -com'è successo- un capitolo di dolore umano, le cincischierie elettorali di un frequentatore di Arcore, e i (dis)interessanti risvolti di un amore vip”. Fate vobis (e rinnovare un pochettino,no, eh?...)