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Siccità, il Cdm decreta lo stato emergenza per Parma e Piacenza

Le elevate temperature e il gran numero di turisti ha aumentato lʼesigenza di acqua potabile. Richiesto lo stato di calamità naturale da Sardegna, Toscana e Emilia Romagna.

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del premier Paolo Gentiloni, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle province di Parma e Piacenza alle prese con una grave siccità.

La crisi idrica, iniziata nell'autunno del 2016, è stata aggravata dalle elevate temperature estive e dal gran numero di turisti che hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze di acqua potabile.

Richiesta stato di calamità naturale anche in Sardegna - La Regione Sardegna ha consegnato al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale dovuto al perdurare della siccità in tutta l'Isola. Il documento è stato presentato dall'assessore dell'Agricoltura, Pier Luigi Caria, durante un incontro sulla riorganizzazione delle attività di Agea, l'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura.

Toscana ed Emilia Romagna sulla scia della Sardegna - Sulla scia dell'atto presentato dalla Sardegna si è posizionata la Regione Toscana, anch'essa duramente colpita dal fenomeno siccitoso, mentre l'Emilia Romagna ha già deliberato sulla crisi idrica. "Affrontare questo percorso al fianco di altre Regioni non puo' che rafforzare la richiesta di stato di calamità che abbiamo licenziato martedì in Giunta - ha sottolineato Caria - Una richiesta che dal confronto con gli altri assessori regionali dell'Agricoltura sembra sarà avviata anche da altri territori".

Campagna sarda in ginocchio - In occasione della sua relazione, l'esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato la condizione di estrema gravità in cui versa tutto il comparto agro-zootecnico isolano. "Ho spiegato al ministro - ha detto l'assessore - che, prima della siccità, il nostro mondo delle campagne è stato vittima di altri pesanti eventi calamitosi: dalle nevicate e dalla tromba d'aria di gennaio alle gelate di aprile. Un mix di criticità che, per quanto riguarda il settore ovicaprino, si somma al basso prezzo del latte pagato alle nostre 11mila aziende pastorali. Adesso è chiaro a tutti in che condizioni versa uno dei comparti più importanti della nostra Isola".

Portata del Po al di sotto della media storica - Scarse precipitazioni, temperature elevate e fusione anticipata della neve stanno influenzando in modo negativo, in Piemonte, i deflussi superficiali dei corsi d'acqua. Lo rileva Arpa Piemonte, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, secondo cui le portate osservate all'idrometro di Isola S.Antonio (Alessandria), sezione di chiusura della parte piemontese del bacino del Po, sono al di sotto della media storica. L'ultimo dato disponibile è infatti pari a 204 mc/sec, circa il 65% in meno del valore medio mensile storico calcolato per il periodo 1995-2015. Le riserve idriche disponibili invasate, sempre secondo Arpa, sono stimate in circa 233 milioni di mc, pari a circa il 60% della capacità massima teorica complessiva.