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Salva-risparmio, via libera a risoluzione da Camera e Senato

La misura prevede uno scostamento fino a 20 miliardi di euro per aiutare le banche. Il ministro Padoan: "Sosterrà la crescita"

Camera e Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza sulla relazione del governo sul "Salva-risparmio".

Il testo prevede un aumento del debito fino a 20 miliardi di euro per finanziare eventuali provvedimenti a sostegno del sistema bancario. La risoluzione è passata a Montecitorio con 389 sì, 134 no e 8 astenuti. A Palazzo Madama il via libera è arrivato con 221 sì, 60 no e 3 astenuti.

Salva-risparmio "per aiutare la crescita" - In entrambe le Aule parlamentari è arrivato dunque il via libera dalla maggioranza assoluta, condizione richiesta per autorizzare l'aumento del debito. La misura consentirà, spiega il ministro Pier Carlo Padoan, di "rafforzare la capacità del sistema Italia di crescere e consolidarsi e la crescita sarà un ulteriore elemento facilitatore dei bilanci bancari".

Così Padoan ha motivato alla Camera la richiesta di autorizzazione a scostamenti dagli obiettivi programmatici per il 2017 per affrontare eventuali crisi bancarie. Il ministro ha tenuto a sottolineare che "molti bilanci" di istituti bancari "si stanno già risanando in meccanismi di mercato e di crescita".

"Impatto positivo sulla fiducia" - Si tratta, ha dunque precisato, di un "intervento precauzionale, al di là dei casi specifici, che ha di per sé un impatto positivo sul grado di fiducia del sistema bancario, degli operatori, del mercato e porta valore all'azione del governo e all'azione pubblica". L'azione pubblica, ha concluso, è "ispirata a due principi fondamentali: mantenere la stabilità finanziaria che è un bene di tutti e non solo delle singole banche e tutelare al meglio il risparmio".

"Manager sotto controllo" - Il ministro puntualizza che, nel "contesto" della richiesta di aumentare il debito come scudo a eventuali crisi bancarie, "naturalmente bisogna continuare con l'azione di controllo e di responsabilità nei confronti di manager che dovessero deviare da comportamenti ovviamente leciti, ma anche dal punto di vista della congruità dei piani di ristrutturazione".