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Fassino e il profumo sparito, è recidivo? Video e testimonianze lo inguaiano | Il deputato si difende: "Accanimento su di me"

Secondo alcuni lavoratori dell'aeroporto di Fiumicino, chiamati a testimoniare da chi indaga, non si tratterebbe della prima volta. L'ex ministro sui giornali: "Voglio vedere quei video, c'è di mezzo la mia storia"

Piero Fassino torna sulla denuncia a suo carico per tentato furto di un profumo nel duty free dell'aeroporto di Fiumicino.

"Non ho detto di essere al telefono, ho detto che avevo il telefono in mano. Voglio vedere quel video, c'è di mezzo la mia storia. In vita mia non ho mai rubato nulla. Tanti anni di attività politica, di gestione della cosa pubblica, e un malinteso rischia di oscurare tutto", afferma il parlamentare. E parla di accanimento nei suoi confronti: "Questa cosa mi fa star male, sto vivendo giorni di enorme sofferenza". Ma la situazione per l'ex ministro è molto più seria di quanto inizialmente pensato. Potrebbe non essere stata la prima volta che Fassino portava via qualcosa dal Duty Free e infatti la sicurezza lo stava monitorando. Alcuni lavoratori, non in turno quel giorno, sono stati convocati per essere sentiti dall'autorità giudiziaria.

 

Fassino e il profumo sparito, è recidivo? Video e testimonianze lo inguaiano | Il deputato si difende:
Tgcom24

 

Come riporta La Repubblica, Fassino auspica che il caso venga presto chiarito: "Spero che finisca qui, quello che si doveva scrivere si è scritto. È uscito tutto quello che doveva uscire". L'avvocato difensore Fulvio Gianaria dichiara di non aver ancora ricevuto nessuna notifica di denuncia. "Il tentato furto è un'ipotesi di reato per cui si procede solo con querela di parte. C'è tempo tre mesi per presentarla. Vedremo cosa succede, al momento non è stato notificato niente". Nel frattempo, le norme parlamentari assicurano a Fassino l'immunità per tutta la durata del mandato.

 

 

La versione di Fassino, il cellulare e il video: cosa non torna

 La versione dell'ex sindaco di Torino e il contenuto del video di sorveglianza non coincidono. Gli inquirenti seguono la pista del taccheggio, compiuto in un duty free del Terminal 1 di Fiumicino il 15 aprile con oggetto una boccetta di profumo del valore di 130 euro. Le immagini delle telecamere a circuito chiuso riprendono il deputato in maniera inequivocabile. Fassino assicura però che si tratta di un equivoco: "Ho preso quel profumo dallo scaffale, volevo fare un regalo a mia moglie. Poi mi è squillato il telefono. Avevo un trolley in mano e, non avendo tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone in attesa di andare alle casse". Secondo la polizia, il cellulare però non compare mai nel video. Si è pensato dunque agli auricolari, ma è stato lo stesso ex ministro a specificare di "non avere le cuffie nelle orecchie".

 

Acquisito video interno al duty free

 C'è un video delle telecamere di sicurezza che avrebbe ripreso l'episodio avvenuto il 15 aprile scorso nel duty free di Fiumicino del presunto furto di un profumo da parte del parlamentate Piero Fassino. Gli inquirenti della Polaria hanno acquisito le immagini che verranno trasmesse alla Procura di Civitavecchia con l'informativa che verrà completata nelle prossime ore. L'incartamento verrà quindi messo a disposizione dei magistrati nei prossimi giorni. In base a quanto si apprende, inoltre, gli investigatori hanno proceduto ad ascoltare i dipendenti dell'esercizio commerciale dove è avvenuto il fatto e gli addetti alla sicurezza che sono intervenuti. Nell'informativa si ipotizza il reato di furto, fattispecie per la quale è stato denunciato Fassino, e una volta trasmessa toccherà alla Procura decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

 

Cosa può succedere a Fassino

 Come riferito dal Corriere della Sera, per Fassino potrebbe esserci una via d'uscita. L'esercizio commerciale potrebbe ritirare la denuncia nel caso in cui l'ex ministro proponesse di pagare il conto del profumo, come ha di fatto proposto. In assenza di querela di parte, cadrebbe tutto, considerando anche il fatto che i magistrati potrebbero propendere per la tenuità del fatto.

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