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Emergenza migranti, Renzi accentra tutti i controlli a Palazzo Chigi

Non più tutto al Viminale, ora saranno coinvolti anche la Difesa e gli Esteri. Lʼobiettivo è fare accordi bilaterali coi Paesi africani

Una cabina di regia a Palazzo Chigi: è questo il piano del premier Renzi per rivedere a livello nazionale la gestione migranti.

Non più solo ministero dell'Interno ma una task force che coinvolge anche il dicastero della Difesa e quello degli Esteri. Tutti coordinati la governo. E' forse la prima mossa di Renzi dopo gli attacchi lanciati a Germania e Francia sulla gestione del problema immigrazione.

Il piano è in fase di gestazione da mesi ma ha avuto una accelerazione nelle ultime settimane, come scrivon il Corriere della Sera e il Messaggero. Il 2 settembre c'è stata una riunione operativa in cui si sono definiti i dettagli. Quindi ben prima del vertice europeo di Bratislava in cui non sono state prese decisioni e che ha fatto scattare l'irritazione di Renzi.

Il piano del governo prevede di accentrare tutta la gestione migranti perché oltre all'accoglienza si vuole portare avanti la ricollocazione delle persone nelle caserme e aprire i famosi accordi bilaterali coi Paesi africani. E questo impone, appunto, una velocità decisionale che al momento non c'è. Renzi dovrebbe affidare a un suo uomo di fiducia la cabina di regia.

Il ministero dell'Interno continuerà a gestire sia le espulsioni che i riconoscimenti nei Cie e negli hot spot. La questione terrorismo non viene affatto sottovalutata, anzi. Sempre il Viminale si dovrà occupare anche dei controlli su come vengono gestiti i Cie.

Il ministero della Difesa è stato coinvolto perché molti migranti saranno smistati nelle caserme. A tal proposito negli ultimi mesi molte caserme sono state ristrutturate proprio per essere utilizzate.

Infine il ministero degli Esteri sarà la testa d'ariete per gli accordi bilaterali coi Paesi africani. Quello che avrebbe dovuto fare i Paesi Ue e che, secondo Renzi, non si è voluto decidere di fare nemmeno al vertice di Bratislava.

Infine l'intenzione del premier è quella di tenere sotto controllo il fiume di denaro che l'Italia spende per l'emergenza migranti. A dicembre 2016 il nostro Paese staccherà un assegno di circa un miliardo di euro per coprire tutte le spese. Ormai viaggiamo a un ritmo di 160mila accoglienze l'anno, non può più essere un flusso gestito come una emergenza ma va controllato in maniera più organica.

Sala: "Serve una nuova ed efficace politica sull'immigrazione" - Un cambio di passo nelle politiche sull'immigrazione. E' quello che ha chiesto al governo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in una lettera pubblicata da La Repubblica. "Il nostro Paese passi a una consapevole gestione del fenomeno - recita il testo -. L'Italia deve uscire dall'idea di essere una piattaforma di prima accoglienza". Il primo cittadino meneghino chiede che non si lasci il fardello sulle spalle di pochi Comuni ma che "il governo, soprattutto un governo di sinistra", provveda a una "nuova ed efficace politica di integrazione". "Bisogna dare vita ad un unico soggetto che si occupi di immigrazione e accoglienza mettendo insieme i diversi tasselli del mosaico" e lancia l'idea di un "un nuovo patto per chi arriva".

Milano, scrive Sala, "sta facendo tutto il possibile, ma è necessario che il governo operi perché tutto questo non continui a pesare come un macigno sulle spalle della città". E ricorda che nel capoluogo lombardo a fine settembre partirà "una sperimentazione per inserire centinaia di richiedenti asilo nelle attività di cura del territorio". "Oggi - conclude - l'immigrazione non è un cerino da passare di mano in mano. È una questione gigantesca che chiede un radicale cambio di passo a livello nazionale. O daremo sostanza a questo cambio di passo o finiranno per prevalere egoismi e paure, che porteranno altri milioni di voti ai populisti di ogni genere".