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Cene pagate dal Comune, Corte dei Conti indaga su Matteo Renzi

Ma il premier fa sapere: "Note spese già documentate e controllate". Il caso da unʼintervista di un ristoratore che però fa dietrofront: "Mai dette quelle cose"

renzi mangia cena
ansa

"Renzi era sempre qui, fatturavo al Comune". E' bastata questa affermazione di un ristoratore fiorentino pubblicata su "Il Fatto Quotidiano" a far aprire un'indagine dalla Corte dei Conti della Toscana. Un atto dovuto fanno sapere. La risposta del premier è arrivata rapidamente attraverso il suo entourage: "Le spese di rappresentanza sono documentate e già analizzate". E a 24 ore dall'intervista anche il ristoratore fa marcia indietro.

"Non rispondo ai giornalisti, non parlo con nessuno, non dico proprio nulla". Così risponde ora al telefono Lino Amantini, il ristoratore che ha fatto scoppiare il caso "cene" su Renzi. Nei giorni scorsi Amantini aveva rilasciato un'intervista a "Il Fatto Quotidiano" sulla base della quale la procura della Corte dei Conti della Toscana ha aperto un fascicolo. Ma su "Corriere della sera" e "Repubblica" il ristoratore di via Santa Elisabetta, a pochi metri dal Duomo, ora aggiusta il tiro. Anzi, fa proprio marcia indietro: "Non ho detto quelle cose, mi hanno fatto dire cose che non ho detto".

"Ricevute tutte controllate" - "Come già fatto a più riprese in passato, le spese di rappresentanza sostenute negli anni in cui l'attuale premier era presidente della Provincia e sindaco di Firenze non solo sono documentate al dettaglio, ma sono state già analizzate, nel corso degli anni, da diversi livelli di controllo". Lo hanno fatto sapere fonti vicine a Matteo Renzi. "Tali spese sono state assunte per finalità istituzionali in piena conformità alle leggi e ai regolamenti e, in base alla normativa vigente, inserite nel bilanci consuntivo annuale e inviate ogni anno alla corte dei Conti".

Renzi: "Il tempo è galantuomo" - "Massimo rispetto per il potere giudiziario. Dico solo che alla fine il tempo è galantuomo", è stato il commento di Renzi. Il premier ha quindi spiegato di essersi arrabbiato dopo aver letto i giornali "perché non sta né in cielo né in terra. Però poi ti rendi conto che è talmente evidente che si tratta di questioni assurde che stai alle regole del gioco. Leggo anche di mio padre, che non ha mai avuto un problema con la giustizia..". "L'importante - ha aggiunto - è avere la coscienza pulitissima".