FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Migliaia a Roma per il sit-in pro Berlusconi
Il leader Pdl commosso: "Sono qui, non mollo"

Davanti ai sostenitori ha urlato la propria innocenza, mandando però un messaggio rassicurante per quanto riguarda il governo Letta: "Deve andare avanti"

Ansa

Il governo Letta "deve andare avanti": parola del leader del Pdl, Silvio Berlusconi, che ha parlato davanti a palazzo Grazioli ai suoi parlamentari e ai sostenitori dopo la manifestazione di protesta per la condanna in Cassazione. E in un discorso dai contenuti moderati (a parte un attacco alla magistratura) ha lanciato un chiaro monito: "Io sono innocente. Sono qui, resto qui. E non mollo".

Il discorso dal palco (abusivo, secondo il comune di Roma: per realizzarlo sono stati segati pali della segnaletica stradale, con diverse proteste), sotto gli occhi attenti della fidanzata Francesca Pascale, è durato non più di un quarto d'ora. E nonostante il caldo torrido, ad ascoltare Berlusconi in via del Plebiscito e ad applaudirlo c'erano tantissimi sostenitori (addirittura 25mila, secondo gli organizzatori) e praticamente tutti i parlamentari del Pdl.

Non c'erano, invece, i membri del governo, con l'eccezione dei sottosegretari Michaela Biancofiore e Marco Flavio Cirillo. C'era invece il regista Franco Zeffirelli, che ha ribadito il proprio "affetto all'amico Silvio". Sotto il palco dove si sono raccolte le firme per i referendum radicali sulla Giustizia, ha tenuto banco il tema dell'incandidabilità prevista per il leader del Pdl dalla legge Severino, su cui la prossima settimana in Giunta al Senato si annuncia battaglia. E ha fatto discutere anche l'attacco di Famiglia Cristiana, secondo cui proprio i suoi dovrebbero chiedere a Berlusconi di "farsi da parte per sempre". Parole dure che non sono piaciute a Daniela Santanché ma soprattutto ai cattolici del Pdl, a partire dal ministro ciellino Maurizio Lupi.

In strada, tanta gente con cartelli e le vecchie bandiere di Forza Italia che hanno surclassato per numero quelle del Pdl. "Questa vostra vicinanza e questo vostro affetto mi ripagano di tante pene e di tanti dolori attraverso cui sono passato in questi giorni", ha detto, dopo l'Inno di Mameli, Berlusconi, che alla fine si è visibilmente commosso versando una lacrima. Ma prima ha stupito i presenti con un messaggio rassicurante nei confronti del governo Letta, probabilmente caldeggiato dalle "colombe" impegnate nella trattativa per il dopo. "Abbiamo detto che il governo deve andare avanti ed approvare i provvedimenti economici".

Poi, però, Berlusconi ha urlato la propria innocenza tra gli applausi, che sono proseguiti quando ha sottolineato che "la sentenza mi punisce indebitamente". E qui l'attacco ai giudici "politicizzati", che "eliminarono il pentapartito". "La magistratura fatta di impiegati statali irresponsabili ha tentato di buttarmi fuori per 20 anni dalla politica, ora hanno raggiunto il loro traguardo". "Siamo l'unico argine - ha detto tra gli applausi - ad un regime illiberale". Ma i suoi, ha garantito, non devono temere: "Voglio farvi una promessa: io sono qui, resto qui e non mollo. Negli anni che ancora mi restano continuerò a combattere la nostra battaglia per la democrazia e la libertà. Non credo che nessuno possa venirci a dire che questa e' una manifestazione eversiva come in molti e troppi hanno detto".

Sanzioni per il palco abusivo - Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha spiegato su Facebook che "il Campidoglio non ha mai autorizzato un palco per il comizio del Pdl in via del Plebiscito, che è stato montato senza fare alcuna richiesta in Comune. Ho informato il Prefetto ed e' stata immediatamente applicata una sanzione amministrativa nel massimo ammontare". Per quanto riguarda invece il sospetto danneggiamento della segnaletica stradale, "domani, smontato il palco, la polizia locale verificherà danneggiamenti alla sede stradale e alla segnaletica e darà notizia di reato alla Procura della Repubblica".