CAOS A MONTECITORIO

Voto per il Colle: Marini bloccato, caos nel Pd

L'ex presidente del Senato non raggiunge il quorum. Il Pd è spaccato e propone le "primarie" tra i suoi Grandi Elettori. Matteo Renzi punta su Chiamparino o Prodi, il M5S su Stefano Rodotà: "Con lui via libera al governo". Comizio di Berlusconi in Friuli. Oggi alle 10 la terza votazione

19 Apr 2013 - 00:31
 © Ansa

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Nulla di fatto nel primo giorno di votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica. Franco Marini, colpito dal "fuoco amico" del Pd, si ferma a 521 voti nel primo voto a Montecitorio (il quorum è di 672). In mattinata i Democratici sono convocati per cercare una convergenza sul nome di Massimo D'Alema o su quello di Romano Prodi, favorito dei renziani e alternativo allo schema delle larghe intese. Il M5S: "Ok Rodotà, con lui proposta di governo".

Per uscire dal tunnel il vertice del Pd decide di puntare su "primarie" tra i suoi Grandi Elettori che riattivi il circuito della "democrazia interna" e metta il Pdl di fronte a una scelta (D'Alema o Prodi, o anche giuristi e professori come Gallo o Cassese). Ma quella di ieri è stata anche la giornata del trionfo di Matteo Renzi, che a sera è arrivato in treno nella Capitale per gestire il finale di partita, dopo aver dimostrato a Bersani che è difficile fare un Capo dello Stato (e anche un governo) prescindendo dal peso ormai acquisito nel partito dal sindaco di Firenze.

Notte di riunioni e trattative, per le correnti del Pd. Non è sfuggita l'operazione chiusa dal "rottamatore" che ha messo in pista un suo candidato, Sergio Chiamparino, facendo convergere sul suo nome i 41 voti dei renziani nel primo voto, lievitati a 90 nel secondo voto, con una convergenza di 25 parlamentari di Scelta civica. Voti che Renzi in realtà è intenzionato a far pesare preferendo Prodi a D'Alema.

Piccola vittoria anche per Beppe Grillo con i militanti del Pd che bruciano le tessere del partito e imbarazza Bersani, rimarcando il no del Pd a Stefano Rodotà (garante dell'intesa di governo con Sel e M5S) a fronte dell'accordo sul candidato "scelto" con Berlusconi, Marini. La foto di un abbraccio in Aula tra Bersani ed Alfano fa il resto, ed i grillini hanno gioco facile per gridare all'inciucio.

Intanto Silvio Berlusconi si allontana dalla scena delle trattative e del caos e va in Friuli, ad aprire di fatto la campagna elettorale. "Non abbiamo mai fatto in 20 anni ciò che fanno questi signori - arringa la folla nel comizio -. C'era l'intesa su Marini, ma il Pd è diviso da lotte interne. Scaldate i motori perché o c'è un governo forte o meglio votare a giugno". Berlusconi riabbraccia poi Pier Ferdinando Casini: "Mettiamo una pietra sopra al passato", propone al leader Udc. Il leader del Pdl, ora che il nome di Marini non sarebbe più spendibile, teme che le lacerazioni del Pd portino alla scelta di Romano Prodi, il nome a lui più sgradito.

Fuori da Montecitorio piccoli gruppi hanno manifestato per tutto il giorno. Oggi alle dieci si riparte con la terza votazione (certamente non risolutiva) ed il Pd chiede che sia concessa qualche ora in più prima di arrivare alla quarta, quella dove basta la maggioranza semplice di 504 voti per eleggere il presidente della Repubblica. Ma il Pdl pone un fermo veto al posticipo: se salta l'intesa, non darà agli avversari nuovi spazi di manovra.

M5S: "Ok a Rodotà e poi via al governo" - Il M5S, al termine della riunione dei gruppi, conferma che continuerà a votare Stefano Rodotà per la presidenza della Repubblica. Rodotà è segno di "cambiamento" e "presidente di garanzia" e con lui non può che "nascere una seria proposta di governo per i cittadini", si legge in una nota. "Il movimento considera la candidatura di Rodotà di tutti i cittadini e non può essere etichettata in alcun modo", continua il comunicato.

Renzi: "Consenso su Chiamparino oppure Prodi" - Cerchiamo di trovare un ampio consenso sul nome di Sergio Chiamparino, che potrebbe essere visto bene anche dal Pdl. E' quanto Matteo Renzi avrebbe detto ai suoi durante una cena. Per il Colle, avrebbe ragionato il sindaco, la soluzione alternativa potrebbe poi essere quella di Romano Prodi, che sarebbe gradita a Sel e i 5 stelle di Grillo e Casaleggio. L'opzione Massimo D'Alema, invece, non esiste, avrebbe affermato.

Lombardi: "M5S per Rodotà, ma anche per Prodi" - L'ipotesi che il Pd lanci la candidatura di Prodi per il Quirinale? "Beh, già che rientra nella rosa di nomi votati dal nostro elettorato alle Quirinarie sarebbe una gran cosa; anche se noi siamo compatti sul nome di Stefano Rodotà, perché i nostri elettori ci hanno dato una precisa indicazione": così la capogruppo dei "5 Stelle" alla Camera Roberta Lombardi ai microfoni di Fanpage.it.

Monti ai partiti: "Votiamo Anna Maria Cancellieri" - Mario Monti, consultati i vertici di Scelta civica, propone alle forze politiche di sostenere per l'elezione del Capo dello Stato il nome di Anna Maria Cancellieri. Per il professore si tratta di una candidatura di "altro profilo istituzionale" capace di dare garanzie a tutte le forze politiche.