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Saggi: il finanziamento ai partiti non si tocca

Per governare basta una Camera. Soldi alle imprese e avanti con la spending review

LaPresse

La governabilità certa si ha avendo una sola Camera: a questa conclusione sono giunti i saggi nella relazione finale consegnata al presidente della Repubblica. "Nessun sistema elettorale - spiegano - garantisce automaticamente la maggioranza in entrambi rami del Parlamento. Diverse sarebbero le prospettive della stabilità se si attribuisse l'indirizzo politico a una sola Camera".

Governabilità - Uno dei punti fondamentali indicati nel documento è dunque quello di superare l'attuale bicameralismo perfetto, individuato come "una delle cause della difficoltà di funzionamento del nostro sistema istituzionale". I saggi propongono che ci sia una sola Camera politica, mentre il Senato deve rappresentare le autonomie regionali. Solo la Camera dà la fiducia e ha il voto definitivo sui disegni di legge.

Finanziamento ai partiti irrinunciabile - La ricetta dei commissari continua definendo "ineliminabile il finanziamento pubblico" ai partiti, pur precisando che i fondi vanno assegnati alle forze politiche "in forma adeguata e con verificabilità".

Corruzione - Il documento dice poi il Parlamento "ha approvato recentemente un'importante legge anticorruzione" che va tuttavia potenziata nelle attività di prevenzione da parte della Pubblica amministrazione e nelle attività di controllo amministrativo. Soprattutto, si legge nella relazione, va introdotto il reato di autoriciclaggio, vanno rafforzate le norme sulla falsità in bilancio e va precisata la fattispecie dello "scambio elettorale politico-mafioso".

Fisco - "Le scelte distributive dell'onere fiscale e delle risorse raccolte sono prettamente politiche e il Gruppo ha ritenuto di non potervisi addentrare", scrivono poi i Saggi nel loro documento, sottolineando comunque una "raccomandazione": destinare le maggiori eventuali entrate a ridurre il peso del fisco sui redditi da lavoro.

Guerra all'inefficienza - "La malattia dell'economia italiana ha una causa principale: l'inefficienza, ovvero la produttività bassa e stagnante", dicono i saggi: una inefficienza che "colpisce sia le amministrazioni pubbliche, sia diversi segmenti dei settori privati che producono servizi e beni manufatti. Hanno pesato la difficoltà di molte imprese private a crescere nella dimensione e l'inefficienza delle amministrazioni pubbliche".

Prestare opere d'arte in magazzini a privati - Il gruppo di lavoro suggerisce anche di convogliare gli investimenti dei prossimi due anni, cioè da qui all'Expo del 2015, alla cultura e al turismo, con una strategia unificante che preveda anche, "forme di prestito oneroso ai privati" delle opere d'arte oggi chiuse nei magazzini dei musei italiani. Col ricavato si finanzierebbe così la stessa attività dei musei. I saggi ritengono utile anche potenziare le strutture ricettive e culturali del Paese per evitare che l'impatto turistico legato all'Expo si trasformi in un boomerang.

Emergenza lavoro e aiuti alle imprese - Aumentare di 2 miliardi la dotazione del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese potrebbe consentire più credito per oltre 30 miliardi e permetterebbe di non "incidere significativamente sui conti pubblici nel biennio 2013-2014" e previa verifica di compatibilità Ue sugli aiuti di Stato. I saggi auspicano poi che si rivedano le restrizioni sui contratti di lavoro a termine, almeno fino al consolidamento delle prospettive di crescita economica.

Telelavoro per favorire le donne - "Oltre a interventi che facilitino l'ingresso e la parità di trattamento anche retributiva a parità di funzioni, sarebbe utile istituzionalizzare e disciplinare con regole certe la possibilità di ricorrere al telelavoro, con vantaggi anche per le imprese in termini di riduzione dei costi fissi e dei casi di assenteismo". Lo scrivono i saggi evidenziano come il telelavoro sia "uno strumento ancora sottoutilizzato in Italia".

Giustizia - In materia di giustizia, per i saggi bisogna intervenire perché la durata dei processi sia "ragionevole" e auspicando un miglioramento del sistema carcerario, contribuendo al "contenimento di un sovraffollamento ormai insostenibile" e promuovendo "l'introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione".

Patto di stabilità - "Alla luce dell'entrata a regime della modifica costituzionale sul vincolo di bilancio strutturale, vanno riviste le modalità attraverso cui opera il cosiddetto Patto di stabilità interno", scrivono ancora i saggi. "In questi anni la difficile comprimibilità della spesa pubblica corrente ha finito col sacrificare gli investimenti pubblici: la spesa in conto capitale ha raggiunto un minimo storico. Ne va subito almeno rafforzata la qualità e l'efficacia".

Avanti con la spending review - E' necessario proseguire e rafforzare l'opera di riduzione e riorientamento della spesa pubblica delle amministrazioni (cioè la nota spending review), utilizzando e raffinando ulteriormente le analisi già svolte allo scopo di identificare le pratiche migliori, così da obbligare tutte le amministrazioni, centrali e locali, a spostarsi sulla "frontiera dell'efficienza", modificando comportamenti stratificati nel tempo.

P.a. saldi vecchie fatture prima del 2015 e paghi a 30 giorni - I saggi ritengono opportuno saldare l'intero debito commerciale accumulato negli anni dalla Pubblica amministrazione "prima del 2015, anno in cui inizia l'obbligo europeo di progressiva riduzione del debito pubblico". Debito che secondo il governo Monti ammonterebbe a 80 miliardi a fine 2011, mentre secondo Banca d'Italia sarebbe di 90-91 miliardi, e per la Cgia di Mestre addirittura 130 miliardi. Inoltre, si sottolinea nella relazione, occorre garantire "la scrupolosa osservanza" del termine temporale di 30 giorni stabilito dalla direttiva europea sui pagamenti, che l'Italia ha reso vincolante dal primo gennaio 2013.

Reddito minimo - Il reddito minimo di inserimento è una misura "onerosa e quindi difficilmente realizzabile nelle attuali condizioni di bilancio a meno di una decisa redistribuzione delle risorse disponibili", dicono ancora i saggi. "Il gruppo di lavoro - si sottolinea - non ha avuto modo di analizzare in dettaglio le diverse proposte; tuttavia, ritiene utile suggerire un approfondimento della questione nell'ambito di un possibile ridisegno delle politiche sociali".