FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Lettera aperta di Bossi Jr ai militanti: lascio per evitare attacchi al movimento e a papà

Il figlio del Senatur affida a un messaggio sul quotidiano "Brescia oggi" le motivazioni delle sue dimissioni

Ansa

Dopo le dimissioni da consigliere regionale, Renzo Bossi scrive ai militanti della Lega Nord per spiegare i motivi del suo passo indietro.

"Ritorno tra i ranghi per evitare che a pagare le conseguenze dell'attacco incrociato sia l'intero movimento e soprattutto mio padre - si legge nelle lettera su 'Brescia Oggi' -. Ho la tranquillità di chi sa che non ha mai fatto nulla di quello che è stato riportato dai media".

"Quando la Lega Nord propose il mio nome per la candidatura a consigliere regionale nelle liste bresciane - scrive Renzo Bossi nella lettera - mi sono sentito lusingato. Non faccio mistero di come il cognome che porto mi abbia aiutato in questa avventura. Ma mi ha anche gettato in prima linea e costretto a dimostrare ogni giorno che le oltre 12 mila preferenze prese sul territorio erano frutto del mio lavoro e non del nepotismo becero di cui mio padre è stato più volte accusato".

"Ritorno tra i ranghi per evitare che a pagare le conseguenze dell'attacco incrociato sia l'intero movimento e soprattutto mio padre - continua Renzo Bossi -. Da lui ho sempre preso esempio, nella vita e in politica, cercando di mutuare nel quotidiano i valori con cui ci ha sempre cresciuti: il rispetto, la morale e la coerenza. Lui si è dimesso da Segretario della Lega Nord per lasciare la giusta libertà di difesa. Io mi dimetto da consigliere regionale per evitare di prestare il fianco a nuovi ed infondati attacchi".

"Le accuse piovutemi addosso negli ultimi giorni - spiega Renzo Bossi in un altro passo della lettera - mi hanno fatto male senza però mai turbare la mia serenità. Ho la tranquillità di chi sa che non ha mai fatto nulla di quello che è stato riportato dai media e trascritto nelle intercettazioni bellamente pubblicate da alcune testate giornalistiche. (...) Le poltrone lasciamole a chi urla al lupo al lupo, ma forse è talmente miope da non vedere oltre i propri interessi".

"Era questa - secondo il figlio di Umberto Bossi - la miglior risposta da dare a chi nei giorni scorsi si è preso la briga di aprire, all'interno del mio movimento, una vera e propria caccia alle streghe. (...) La prenderò come una pausa sabbatica non solo per dedicarmi al territorio e ai militanti, con cui ho stretto grandi legami di amicizia e solidarietà, ma altresì per dimostrare, documenti alla mano, che tutte le infamanti accuse che mi sono state mosse sono del tutto infondate".

"Chiedo solo ai 13 mila padani - conclude Renzo Bossi - di continuare a credere in me, promettendo, in cambio, di dimostrare la mia totale buona fede".