La discesa in pista

Elezioni 2013, Montezemolo: "Costruire un fronte liberale per l'appuntamento con le urne"

Una sorta di "manifesto" pubblicato sul sito della fondazione ItaliaFutura rileva l'inadeguatezza di PdL, Terzo polo e Lega e il rischio di restare senza rappresentatività per milioni di italiani

17 Mar 2012 - 13:20
 © Ap/Lapresse

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La fondazione ItaliaFutura, guidata da Luca Cordero di Montezemolo, scende in campo per le legislative con un "manifesto". "Mentre il governo sta svolgendo il suo difficile compito, è già ora indispensabile in vista delle elezioni del 2013 aprire un cantiere per la costruzione di un fronte liberale e democratico intorno a pochi e chiari obiettivi" al fine di "rimettere il nostro Paese su un percorso di crescita e benessere" si legge sul sito.

"A destra rischio di assenza di rappresentanza politica convincente"
"La crisi economica e finanziaria sta influendo sull'identità e l'agenda dei partiti politici in tutto l'Occidente. In Italia, per ora, questo processo riguarda soprattutto la sinistra. Nel campo opposto poco o nulla si muove, con il rischio che milioni di elettori si trovino senza un progetto credibile e una rappresentanza convincente in cui riconoscersi", sostengono sul sito Carlo Calenda, Andrea Romano e Nicola Rossi.

"La politica italiana tornerà a dividersi sull'economia"
"Passata troppo repentinamente dal comunismo al liberalismo, la sinistra italiana sta riscoprendo, con qualche decennio di ritardo un'adolescenza socialdemocratica mai vissuta" si legge ancora con una previsione: "Il campo della politica italiana tornerà quindi a dividersi, e forse ancor più nettamente di quanto accaduto nell'ultima stagione politica. Non più sui temi della legalità e della giustizia ma, com'è giusto che sia, sulle diverse visioni dell'economia e della società italiane e sulle proposte che ne derivano".

"Inadeguatezza di PdL, Terzo polo e Lega"
Nel frattempo, prosegue la riflessione, "l'orizzonte di PdL, Terzo polo e Lega è limitato alla tattica politica e alle quotidiane dichiarazioni utili a marcare un territorio sempre più ristretto. Piuttosto che costruire un'agenda per il Paese sulla quale cercare il consenso dell'elettorato che non si riconosce nei valori e nelle idee di una sinistra tornata al passato, si cerca di evitare l'implosione o si rincorrono fumosi progetti di ricostituzione di partiti ormai scomparsi da decenni".

"Rischio di restare senza guida"
Insomma, "è la nazione che rischia di ritrovarsi priva di un'offerta politica che scommetta sul potenziale degli italiani e sulla liberazione delle loro energie creative, culturali e produttive, condannandosi a un futuro di difesa e rassegnazione e rinunciando alla partita globale della crescita e dello sviluppo".

"Costruire un programma liberale nuovo"
Per questo serve costruire "un programma di ispirazione liberale in forte discontinuità rispetto a quello proposto, e soprattutto realizzato, da tutti i governi della Seconda Repubblica".

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