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Liberalizzazioni, vincono le lobby

Taxi e farmacie, ancora un dietrofront per il governo. Terzo polo: "Così non votiamo"

Ap/Lapresse

Per il secondo giorno consecutivo il governo deve cedere sul decreto liberalizzazioni alla volonta' bipartisan dei Senatori: questa volta e' avvenuto sulla norma sui Taxi, dove l'esecutivo ha dato l'ok all'emendamento dei relatori redatto alcuni giorni fa, che riporta in capo ai sindaci la competenza sulle licenze.

Il che suscita i malumori delle Associazioni dei consumatori e dei sindacati.

Intanto sono stati approvati una serie di emendamenti a favore dei consumatori, come la gratuita' dei conti correnti per i pensionati con un assegno inferiore ai 1.500 euro. 

Martedi' il governo aveva dovuto cedere su una norma minore, ma che comunque era nel decreto, quella sulle carrozzerie, che la commissione Industria ha cancellato con voto unanime. Dopo un braccio di ferro che dura da giovedi' l'esecutivo ha infine ceduto dando il placet ad un altro emendamento dei relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (PD) sui taxi. Le licenze non le decidera' la nascente Authority, come prescriveva il decreto, bensi' i sindaci, come avviene gia' oggi. L'Autorita' avra' un potere di indirizzo, con la possibilita' di ricorrere al Tar se i Comuni non si adeguano alle sue indicazioni ''senza adeguata motivazione''. Il governo sperava di avere una sponda dal Pd, ma la base della modifica è arrivata proprio da un emendamento di un Democratico, l'ex sindaco di Padova Paolo Giaretta.

L'emendamento è stato presentato ma non è stato votato, ma l'annuncio ha suscitato l'ira delle Associazioni dei consumatori che hanno accusato il governo di aver ceduto alla ''lobby dei taxi''. E anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha accusato l'esecutivo di essere ''debole con i forti e forte con i deboli''.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha voluto rassicurare tanto il governo quanto l'opinione pubblica: ''Credo che il Senato - ha detto - rafforzerà il provvedimento con interventi che liberalizzeranno di più il mercato'', e quindi ''difendendosi da pressioni di lobby e corporazioni''.

La commissione Industria di Palazzo Madama, che sta esaminando il decreto, ha votato e approvato una serie di articoli che tutelano maggiormente i consumatori. E' stata rafforzata la possibilita' della class action, e sono state introdotte mega-multe anti clausole vessatorie. Inoltre quando un cliente sottoscrivera' un mutuo presso una banca o otterra' un credito al consumo, non sara' piu' obbligato ad aprire un conto corrente. Inoltre la banca dovra' proporre al cliente almeno due polizze di due compagnie assicurative diverse e l'utente ne potra' sottoscrivere una da lui trovata sul mercato.

In serata poi e' arrivato l'ok a due altre norme: i pensionati con un assegno fino a 1.500 euro potranno aprire gratis il conto corrente in banca, e non pagheranno le operazioni di accredito della pensione e di prelievo. Inoltre niente commissioni per alcuni mesi quando si paghera' con carta di credito la benzina al distributore.

Sulla separazione tra Eni e Snam il sottosegretario Claudio De Vincenti ha chiarito che il governo punta a una separazione totale, quindi compresi gli stoccaggi. Ma non intende cedere sull'accelerazione dei tempi dell'''unbunling'' come volevano i senatori. Intanto la situazione è in stallo. 

Capitolo farmacie: è atteso il nuovo testo dal governo con una riformulazione dell'articolo 11 che contiene le misure sulle farmacie, che portera' ''incisive modifiche''.

Terzo polo: "Così voto non è scontato"
Il Terzo Polo, deluso dal dietrofront del governo, denuncia "l'effetto palude" che ha di fatto "snaturato" il decreto sulle liberalizzazioni. I cambiamenti introdotti verranno valutati e poi Udc, Fli e Api decideranno se votarlo o meno. Lo ha detto Francesco Rutelli, preannunciando che a breve vi sarà un incontro con il governo.