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Il deputato Pdl Airaghi rinuncia all'indennità parlamentare: ma la legge lo impedisce

"Ho chiesto io perché già pagato dallo Stato per un altro incarico"

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Il neodeputato del Pdl, Marco Airaghi, ha chiesto di non ricevere l'indennità parlamentare, perché già pagato dallo Stato per il ruolo di Direttore generale dell'Agenzia Industrie Difesa.

Le verifiche effettuate dalla Camera hanno però stabilito che è impossibile rinunciare alla retribuzione prevista per legge. "La prima cosa che ho chiesto alla Camera è stata la possibilità di non ricevere l'indennità parlamentare", ha spiegato Airaghi.

Due giorni fa ha preso il posto di Antonio Verro attualmente membro del Cda Rai. E all'Adnkronos, spiega: "Mi sembra una richiesta logica perché io sto già lavorando per lo Stato italiano alla Difesa", continua. Alla Camera non si ricordano casi simili, così gli uffici hanno fatto delle verifiche, ma il verdetto è stato senza appello: "Non è possibile rinunciare all'indennità - riferisce il neodeputato - perché è prevista da una legge statale".

Nonostante i tempi di crisi economica e mentre è acceso il dibattito sui costi della politica, il neodeputato non intende sollevare alcuna polemica: "Non sono un eroe e non sono assolutamente per l'anti-politica e anzi sono molto spaventato dalla demagogia, dal populismo e dall'anticasta: il mio è un gesto assolutamente personale, non giudico e non valuto gli altri perché l'indennità parlamentare è motivata dalla necessità che un deputato sia indipendente e libero da qualsiasi condizionamento ed è dunque comprensibile. Io semplicemente - sottolinea - non mi sentivo di accettare l'indennità perché ho già un altro incarico".

Airaghi ha inoltre sollecitato verifiche sulla sua posizione: "Ho chiesto al presidente Fini - conclude - di attivare gli uffici della Camera per valutare eventuali profili di incompatibilità tra la carica di deputato e il mio incarico alla Difesa in modo tale che, se sara' acclarata un'incompatibilita', io possa fare una scelta".