In un'intervista al Corriere della Sera il premier parla della sua determinazione a cambiare la pubblica amministrazione, avverte che non sarà un sindacato a fermarlo e si toglie qualche sassolino dalle scarpe con Grillo e con Pelù
© ansa
"E' iniziata la rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, ma che le resistenze del sistema non fermeranno". A sostenerlo è il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che in un'intervista al Corriere della Sera sottolinea di essere "qui per cambiare il Palazzo: non accetteremo che il Palazzo cambi noi".
"E' evidente - sottolinea il premier - che una larga parte della classe dirigente ci osteggia. E' altrettanto evidente che noi non arretreremo davanti all'obiettivo di garantire ai cittadini" una pubblica amministrazione nella quale si sentano "padroni di casa". Per quanto riguarda invece le resistenze dei sindacati, Renzi spiega di non avere "problemi ad ascoltarli. Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro? Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote". In ogni caso, "non sarà un sindacato a fermarci".
Se l'Italia avrà un sistema burocratico più efficiente, insiste Renzi, il Paese "potrà attrarre più investimenti: se riusciamo a cambiare l'Italia qui i soldi arrivano a palate". E se "il sindacato dei prefetti, l'associazione dei segretari comunali e la lobby dei consiglieri provinciali si oppongono è un problema loro, non nostro".
In merito alla polemica sulla sua legittimazione, poi, spiega che "quella popolare non l'avrò mai, neanche se il Pd stravincesse alle Europee; a questo giro è andata così, mi basta la legittimazione costituzionale prevista dalle norme".
Infine, Renzi si toglie qualche sassolino dalle scarpe con Grillo e Pelù: il leader M5S a Piombino "è andato in un'azienda che sta morendo a strumentalizzare un dramma con il solo obiettivo di prendere voti e attaccare i sindacati"; per quanto riguarda l'attacco da parte del rocker al concertone del Primo maggio "sono vecchie polemiche fiorentine che lasciano il tempo che trovano; mi dispiace solo la spocchia sugli 80 euro da parte di un certo mondo artistico, imprenditoriale, salottiero".