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Vendono unʼambasciata e la sede della Fao: rinviato a giudizio un tedesco

Il truffatore era aiutato da tre italiani: ora andranno tutti a processo con lʼaccusa di truffa e falso

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L'abbiamo sempre citato come un paradosso: vendere la Fontana di Trevi. Proprio come Totò. Ma qualcuno c'è riuscito per davvero. Un emulo dell'attore che ha trovato la sua vittima e l'ha spellata. Un milione e trecento mila euro per l'acquisto della sede della Fao, dell'ambasciata americana e del centro commerciale Porta di Roma. Tanto ha chiesto il truffatore - un tedesco di 63 anni - a uno stolto connazionale.

Il tutto in combutta con tre italiani, uno dei quali sembra essere il fulcro della banda. Coetaneo del tedesco e originario di Roncà, nel Veronese: lo presentavano come faccendiere, ben inserito nel circuito bancario e istituzionale.

Fu lui a convincere, nel 2008, la vittima a versargli 650 mila euro per l'acquisto del palazzo della Fao e dell'ambasciata, dopo che pochi giorni prima gli avevano rifilato un altro bidone, e cioè il centro commerciale di Roma Nord; così come erano riusciti a piazzare allo stesso acquirente l'Auchan di Cesano Boscone, in provincia di Milano, per 250 mila euro.

Alla fine, però, li hanno scoperti e ora i quattro, rinviati a giudizio, dovranno affrontare il processo con l'accusa di truffa e falso.