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Usa, carriera da agente legata alle torture: chi è Gina Haspel, la prima donna a capo della Cia

Nel 2002 ha guidato diverse sessioni in cui due sospetti terroristi sono stati torturati allʼinterno di una prigione segreta in Thailandia. La sua nomina dovrà essere approvata dal Senato

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Dopo il passaggio di Mike Pompeo alla guida del Dipartimento di Stato americano, la Cia ha un nuovo numero uno: Gina Haspel, la prima donna a capo dell'agenzia d'intelligence statunitense.

Nel corso della sua lunga carriera in qualità di agente, la 61enne si è distinta soprattutto come protagonista di diversi episodi di tortura. Nel 2002, infatti, aveva guidato diverse sessioni in cui due sospetti terroristi erano stati torturati all'interno di una prigione segreta in Thailandia.

Le registrazioni degli interrogatori relativi a quegli episodi, avvenuti fra il 2002 e il 2005, sono state distrutte su ordine della stessa Haspel. Nel gennaio dell'anno scorso, però, la decisione del presidente Donald Trump di scegliere Haspel come vice della Cia (e ora come capo) è stato un segnale molto chiaro.

Dopo gli anni di Barack Obama e del tentativo di chiudere con il periodo delle torture dell'amministrazione Bush post 11 settembre, Trump ha chiarito che la sua intenzione è fare il contrario. Secondo Mike Pompeo, ad esempio, il waterboarding e altri metodi di interrogatorio condannati da molti osservatori internazionali per i diritti umani "non devono essere considerati torture".

La Haspel è stata a capo del primo centro di detenzione all'estero della Cia, quello in Thailandia, dove nei primi mesi dopo gli attentati alle Torri Gemelle venivano portati i sospetti catturati in Medio Oriente e in Asia. Entrata nella Cia nel 1985, negli ultimi 30 anni si è occupata di controterrorismo sia all'estero che nella sede centrale di Washington. Adesso la sua nomina dovrà essere approvata dal Senato e di certo alcuni senatori potrebbero avere dei dubbi sulla sua conferma.

Proprio per il suo passato controverso, l'European Center for Constitutional and Human Rights ha chiesto a un tribunale in Germania di emettere un mandato di arresto per il ruolo della donna nelle torture nei confronti dei detenuti nel 2002.